sabato 22 settembre 2007

Fuga da Djerba

Questo è il primo viaggio che faccio da sola. Ma proprio sola! Il momento più brutto per una persona che viaggia da sola è l'ora dei pasti. Gli altri ti guardano come se fossi una scema, alcuni ti compatiscono, altri sono incuriositi e vorrebbero sapere per quale strano motivo ti ritrovi a fare le tue vacanze senza nessuno accanto. È strano come per gli italiani (o per lo meno per tanti di essi), viaggiare soli sia ancora un tabù. Io l'ho fatto, sono stata benissimo, mi sono divertita tantissimo e sopratutto....non sono stata quasi mai SOLA. Incredibile vero? Ed ho scoperto quanto è bello non avere intorno nessuno che interferisce con le tue scelte e non subisce i tuoi sbalzi d'umore.
A dire la verità il viaggio era uno di quelli semi-organizzati. Ho ritenuto preferibile avere un piccolo appoggio per affrontare, come prima volta, questo tipo di esperienza. Ho trovato un pacchetto volo-villaggio-trasporto tutto incluso anche se dopo 3 giorni sono fuggiata dal villaggio... Costo totale sui 680 euro.
Ma andiamo con ordine.

Aspettando l'alba nel Sahara

Quando atterro all'aeroporto di Djerba vengo subito messa su un bus che mi accompagna al villaggio dove soggiorno. Li mi viene assegnata la stanza che è carina ma con un bagno strano: ha il WC separato da doccia e lavandino.
Conosco subito la consulente dell'agenzia viaggi in loco, una ragazza molto gentile che spesso mi invita a mangiare con lei, giusto per non rimanere entrambe sole.
I primi 2 giorni trascorrono lenti e monotoni fino a quando non conosco delle ragazze della provincia di Milano davvero divertenti. Una in particolare, detta Chanel, che ricorderò per la sua esuberanza e simpatia.
Il primo contatto con le ragazze avviene in occasione di una gita a Houmt Souk, la "capitale" dell'isola di Djerba. Appena scendo dal bus e faccio i primi 200 metri vengo letteralmente presa d'assalto da tunisini che vogliono vendermi qualsiasi cosa, alcuni sono anche inopportuni vedendo una ragazza sola. Allora appena vedo Chanel e la sua amica mi avvicino frettolosamente e le chiedo se posso aggregarmi a loro per questa escursione, spiegando l'evidente motivo. Da qui diventeremo praticamente inseparabili, per lo meno fino al momento in cui decido di fuggire da Djerba.
L'escursione di mezza giornata comprende anche il Museo di arte contemporanea e la sinagoga di El Ghriba. Entrambe meritevoli.
Passo con le ragazze delle piacevoli serate, risate a crepapelle, momenti felici. Pian piano al gruppo si aggiungono altre persone, le nostre risate sono contagiose e invogliano la gente ad unirsi a noi! Una tra le tante, Raffaella, donnona bresciana rude ma dal cuore tenero, e poi anche Maurizio e Stefania, una coppia di Torino.


Il Museo di Arte Contemporanea di Djerba
La sinagoga El Ghriba di Djerba


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Con questi ultimi decido di partire per un tour di 3 giorni nell'entroterra tunisino fino ad arrivare alle porte del Sahara. A noi si unisce anche un'altra coppia. La nostra guida è un uomo veramente affascinante, con la pelle bruciata dal sole che lo fa apparire più vecchio di quanto in realtà sia. Non ricordo il nome ma lo chiamerò Richard (per la somiglianza a Gere).
Richard è davvero una guida formidabile, sensibile e attenta. Ci spiega molte tradizioni arabe, sfatando false leggende metropolitane sulla religione islamica.
Il primo giorno visitiamo la città di Medenine con i suoi granai, l'entroterra con altri vecchi granai ora adibiti a rurali hotel e il villaggio di Zamour. Nel tardo pomeriggio arriviamo in un'oasi alle porte del Sahara dove facciamo il bagno in una pozza di acqua solfurea, facciamo i fanghi, passeggiamo a dorso di cammelli, compriamo rose del deserto, dormiamo in una tenda beduina. Ripartiamo il giorno dopo in direzione di Matmata dove visitiamo le case dei berberi, che furono costruite sottoterra per sfuggire alla vista, e al conseguente attacco, da parte dei cristiani. Entriamo nelle loro case, ci offrono the di menta e biscotti fatti in casa. Giochiamo con i loro bimbi e i loro gatti, siamo umili e felici. Passiamo per paesini sperduti dei quali non ricordo il nome, ci fermiamo in mercati improvvisati e tornando sull'isola di Djerba ci fermiamo a visitare la moschea.

I granai di Medenine.
2007 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati
Pensieri del Sahara
Le case berbere di Matmata.
2007 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati

Il resto della vacanza (2 giorni) li passo ancora nel villaggio anche se a dire la verità non c'è mai stato un momento di noia. La sera uscivamo per andare in qualche locale a fumare narghilè, bere thè di menta e divertirci insieme.
Per quanto riguarda Djerba devo dire che, a parte qualche bar al di fuori del villaggio, c'è molto poco da fare o vedere. Il mare l'ho trovato sporco, e non per un giorno, bensì per tutta la durata della vacanza. Rimanevamo sempre in piscina.
Se andate a Djerba appositamente per il mare mi sento di consigliarvi di scegliere un'altra località, come meta balneare non mi ha entusiasmato per nulla. Per fortuna ho conosciuto persone simpatiche e divertenti che hanno fatto passare in secondo piano il luogo (a parte ovviamente il tour nel deserto e dintorni).


Parte del gruppo: Raffaella, Dolores, io, Maurizio, Chanel e Stefania


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