giovedì 5 febbraio 2009

L'Africa nera: lo Zimbabwe

Bianca ci sveglia con la sua potente risata. Colazione, smontaggio tenda e si riparte. Direzione Zimbabwe, poco distante. Arriviamo alla prima dogana, quella per uscire dal Sudafrica ed è già un assaggio della povertà che troveremo più avanti. Proseguiamo fino al confine con lo Zimbabwe.
Quando passiamo con il nostro truck la gente ci guarda come se fossimo alieni e noi facciamo altrettanto con loro. Sbrighiamo le formalità doganali, prendo il visto e attendiamo le nostre guide. C’è povertà ovunque, è un’orgia di miseria, sporcizia e puzza.
Mentre aspettiamo ci si avvicina una ragazzina con un vecchio apparentemente cieco. Ha in mano una tazza di metallo fa oscillare ripetutamente per farci capire che sta facendo la carità. Indossa una vecchia giacca blu da adulto. Le sta talmente grande che le arriva fino alle ginocchia. Il vecchio indossa una giacca nera e sgualcita sugli orli. Lei sta lì, immobile a guardarci per tutto il tempo fino a quando Kasper non gli sgancia qualche moneta e gli fa cenno di andarsene: la perseveranza premia.
La guida ci dice che è severamente proibito scattare foto a polizia, ponti e tutto ciò che è governativo. Ma questo già lo sapevo. Anche le persone qui non amano essere fotografate quindi per rispetto a loro e anche per la mia incolumità non ne faccio. Quest’anno farò molto meno foto, preferisco ricordare e tenere nel cuore e nella mente quello tutto ciò che vedrò. La gente qui non ama essere immortalata anche perché la situazione politico-economica del paese è disastrosa e non vogliono fornire ulteriore materiale alla stampa. Lo Zimbabwe infatti è un paese poco turistico proprio per la situazione di instabilità che regna ancora nella regione.
Percorriamo centinaia di chilometri in mezzo al nulla, lo Zimbabwe è simile, almeno per ora, al Limpopo. Solo bushveld. Ogni tanto qualche babbuino che attraversa la carreggiata. Gente ovunque. Camminano a bordo strada per chilometri e chilometri. Bambini, donne e anziani. Arriviamo per pranzo alle Ruins di Tembo.

Le rovine di Tembo in Zimbabwe 2009 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati
Le rovine di Tembo in Zimbabwe 2009 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati
Stani fiori in Zimbabwe
Stop for lunch
Stop for lunch
Le rovine di Great Zimbabwe sono il più importante monumento nazionale del paese. Il simbolo nazionale, l'uccello, è l'immagine di una scultura ritrovata in questo sito. Il sito fu dichiarato Patrimonio dell'umanità nel 1986.
Visitiamo le rovine completamente in circa tre ore, ovviamente dopo aver pranzato. Non le trovo molto interessanti ma la cosa sorprendente di quest’anno è che capisco quasi tutto: anche se la guida giornaliera parla un pessimo inglese e con un forte accento africano.
Ripartiamo e proprio quando mi rassegno all'idea di campeggiare anche stanotte, eccoci arrivati al Inn Great Zimbabwe Lodge. Certo il comfort non è di casa ma è pur sempre meglio della tenda! E la doccia è calda…
Mi faccio illustrare dal cameriere domandando dove siamo ubicati esattamente: siamo vicino a Masingo, nei pressi del lago Kyle, nome di origine scozzese. Siamo quasi nel cuore dello Zimbabwe.
Dopo cena ci troviamo per bere qualcosa tutti insieme fuori dal lodge di Takalani. Mi mettono
in mano una lattina di birra riempita con dello sherry…e vai iniziano le festicciole come l'anno scorso!

Continua a leggere... Il racconto di viaggio prosegue nel prossimo post!


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