giovedì 12 febbraio 2009

3 giorni da paura sullo Zambesi

11 febbraio 2009                                             
Il fiume Zambesi, con i suoi 2.574 km di lunghezza è il quarto fiume più lungo dell'Africa e il più grande tra quelli che sfociano nell'Oceano Indiano. La sua sorgente si trova in Zambia, scorre poi in Angola, lungo il confine tra Zambia e Zimbabwe fino al Mozambico, dove sfocia nell'Oceano Indiano. Il fiume ospita un'ampia varietà di specie animali. Ippopotami, coccodrilli e varani sono molto presenti in molti punti del fiume. Gli uccelli sono abbondanti, con specie come aironi, pellicani, aquile pescatrici africane. La vegetazione boscosa lungo le coste dà vita a numerose specie animali di grandi dimensioni, come bufali, zebre, giraffe ed elefanti.
Mi preparo psicologicamente a quella che sarà la selvaggia giornata di oggi e di domani. Navigheremo in canoa per 60 km sullo Zambesi, tra coccodrilli e ippopotami. Ho paura e lo dico a Chris, la guida che mi accompagna, ma lui mi rassicura.
Ogni canoa trasporta due passeggeri più un po’ di cibo, due tende, alcune sedie ecc. Ogni persona ha un secchiello da riempire con le proprie cose, ogni canoa ha tre buchi fatti apposta per infilarci questi secchielli. Facciamo le prime due ore abbondanti di navigazione poi ci fermiamo per il pranzo e per un riposino. Riprendiamo la navigazione con altre due ore di canoa e alla fine campeggiamo alla selvaggia su un’isola deserta. Abbiamo visto una quindicina di ippopotami ma la guida mi spiega che se non gli stiamo troppo vicini non attaccano.

L'isola deserta dove abbiamo campeggiato
2009 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati



Qui è tutto veramente molto wild, io sono sporchissima e ustionata ma è bello, bellissimo qui.
Mentre Bianca prepara la pasta (pessima, strano di solito è una brava cuoca) i ragazzi, comprese le guide, giocano a calcio-pallavolo.
Io penso, penso sempre, oggi è l’11 febbraio. Ogni tanto osservo Shanghai, (ma come cavolo si fa a chiamare un nero Shanghai?!?!) è il tutto fare e se ne sta sempre in disparte, anche quando mangiamo: si vede che sono abituati a ben altro trattamento.
Chris vede in lontananza nel bushveld un elefante: sono sicura che stanotte dormirò come un killer, cioè con un occhio aperto.
Si sentono i grugniti degli ippopotami durante la notte ma alla fine sono talmente stanca che dormo come un sasso, altro che killer!

12 febbraio 2009                                        
Zambia, Zambesi River
Oggi giornata piena di emozioni. Mi sveglio che non sto per niente bene, mi sembrava strano che nelle condizioni igieniche in cui si mangia (si lavano i piatti con l’acqua dello Zambesi) non avessi ancora preso niente. Comunque faccio avanti e indietro dal bushveld per 3 o 4 volte con la mia pala e i cerini: è obbligatorio sotterrare la propria cacca e bruciare la carta per salvaguardare soprattutto impala e antilopi che con le nostre feci morirebbero. Prendo due pastiglie di Dissenten e poi sto meglio per  tutto il giorno: questo farmaco mi salva sempre!
Iniziamo la navigazione che dura almeno 4 ore e non succede niente di speciale, quasi mi piace e mi rilasso. Ci fermiamo per il pranzo in un lodge chiuso e avvistiamo un ippopotamo fuori dall’acqua che sta mangiando l’erba. Shanghai intanto dorme sotto un tavolo!
Nel pomeriggio i due episodi che non scorderò mai. Le two ladies fanno i fighi e si avvicinano troppo a un ippo; questo s’arrabbia ed emette un grugnito spalancando la bocca e andando sott'acqua: Chris capisce che è un chiaro avvertimento di attacco e urla “It’s an attack, goooo!”. Cominciamo a remare come i fratelli Abbagnale alle Olimpiadi per almeno 300 metri, sono spaventatissima. Tutti alla fine, ma solo a scampato pericolo, mi prendono in giro perché quasi piango dalla paura.
Secondo episodio: Chris ci fa imboccare un canale perché ritiene che sia più tipico ed emozionante. Gli chiedo se ci fosse la probabilità di incontrare ippo: nemmeno il tempo di terminare la domanda che un grande ippopotamo ci appare proprio davanti. Tutti si fermano ma io, che sfortunatamente direi in questo caso, sono in canoa con la guida che ha il compito di tutelare sulla sicurezza di tutti, vado avanti. Ci avviciniamo, Chris fa versi e suoni e sbatte il remo sull’acqua nel tentativo di spaventare l’enorme animale. Non funziona, anzi è lui che spaventa me e  grugnisce innervosito. Allora facciamo dietrofront e riprendiamo la vecchia via dell'andata ma nel frattempo compare davanti a noi un altro ippo. E poi un altro gruppo ancora, ma quanti sono?!? Mamma mia quanta paura, ero in canoa che continuavo a dire “please, please” anche se non so bene a chi potessi rivolgermi in quel momento.

Lo splendore del fiume Zambesi 2009 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati

Comunque dopo poco arriviamo al nostro accampamento, mi faccio una doccia e finalmente mi rilasso e penso: il peggio di questo viaggio è passato.
Non avevo ancora tenuto conto della notte, che in quanto a rischio, è peggiore di quella di ieri. Se infatti ieri notte eravamo su un’isola e quindi erano pochi gli animali che potevamo incontrare, questa notte siamo totalmente in mezzo alla savana: si sentono a parte i soliti ippopotami, anche i ruggiti dei leoni e i barriti degli elefanti a distanza ravvicinata. Dimenticavo le iene. Sono visibilmente spaventata e Bianca se ne accorge e allora mi propone di far dormire con noi anche Chris, la guida esperta: accetto più che volentieri anche se, non è per essere razzista, ma giuro che puzzava di bruciato ed entrambe russavano come ghiri. Alla fine capisco che la bontà di Bianca è dovuta al solo fatto che pure lei era spaventata. E se una guida sa che c'è realmente pericolo allora sì che bisogna temere.


13 febbraio 2009    
Zambia, Zambesi River
Mi sveglio molto presto e dopo di me quasi tutti. La notte è passata tranquilla e anche l’ultimo pericolo è scampato.
Alle 8 dopo aver caricato tutto sulla barca partiamo e ripercorriamo, in due ore abbondanti, i 60 km che abbiamo fatto in due giorni di canoa. Non mi sembrava di aver navigato per così a lungo! Avvistiamo molti elefanti e numerosi ippopotami, una cinquantina in totale in questi due giorni. Non male direi.
Arriviamo ancora al Gwati Lodge e ripiantiamo le tende. Diamo una buona mancia a Shanghai che ci dicono, per accompagnarci in questa escursione, non viene nemmeno pagato. Praticamente lavora come uno schiavo per un po’ di cibo, che mangia sempre timidamente in disparte, e con la speranza che i turisti gli lascino qualcosa di mancia: povero cristo! Oggi si è cambiato la maglietta che aveva su da due giorni e ne ha messa una bianca tutta macchiata e bucherellata, e allora gli ho regalato una di quelle che avevo portato per i poveri, se la merita proprio!
Pranziamo al bar del lodge e poi abbiamo tutto il pomeriggio libero per fare quello che vogliamo. Io mi rilasso in piscina.

Il fiume Zambesi popolato da migliaia di ippopotami e coccodrilli in acqua e da enormi mammiferi sulla terraferma
2009 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati


Continua a leggere... Il racconto di viaggio prosegue nel prossimo post!

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