domenica 29 aprile 2012

Puno, la capitale del folklore peruviano

Oggi percorriamo circa 330 km per arrivare a Puno. Lungo il tragitto sono previste 4 soste in alcuni punti di interesse per spezzare le 10 ore di viaggio. Io purtroppo di questi 4 siti non ne vedo nemmeno uno perché sto male. A dire la verità già durante la notte accuso i primi sintomi, ma è sul bus che inizia il mio incubo. Vomito almeno 3-4 volte, anche sul bus :( Il mio unico desiderio sarebbe quello di interrompere qui il viaggio e fermarmi in hotel a dormire ma nelle tappe previste, e lungo tutto il percorso andino, non ci sono alloggi. Devo per forza resistere e tener duro fino a Puno. Solamente grazie a Seba e alle sue meticolose cure vado avanti. Tra tachipirina (avevo la febbre molto alta), imodium, sali minerali e alcool medicale, gentilmente offerto dall’autista e dalla hostess ai quali evidentemente ho fatto una gran pietà, riesco a rimettermi in piedi. Purtroppo però con questo contrattempo ho fatto perdere a Seba i 25 soles che aveva pagato in più per vedere i siti lungo il tragitto (purtroppo non avendoli visti non posso ricordarne nemmeno il nome, ma qualsiasi agenzia a Cusco o Puno vi saprà dare informazioni). Ovviamente salto anche il pranzo e con disgusto guardo quelli che invece si strafogano come cavallette. Dormo per quasi tutto il viaggio, Seba si prende cura di me, mi bagna la fronte, gli occhi, le guance, il collo con il suo fazzoletto inumidito, nel tentativo di farmi scendere la febbre.

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Arriviamo finalmente alla stazione degli autobus di Puno verso le 17. Subito veniamo avvicinati da una signora che ci propone un hotel in centro città per 50 soles = euro 15.50. Decidiamo di andare a vederlo e con un taxi (3 soles = 0,95 euro) arriviamo alla Maison d’Lago (è scritto proprio così, non è un mio errore) classificata come 3 stelle ma in realtà ne meriterebbe giusto 2. Con altri 10 soles = 3,10 euro prendiamo anche la stufa, perchè qui a Puno, come del resto in quasi tutto il Perù, sono rari e costosi gli hotel che dispongono di riscaldamento.
Mi metto subito a letto e dopo un giorno ed una notte passata a riempirmi di medicinali, finalmente il mattino seguente sono già in piedi.

2012 © Sebastiano Puccio. Tutti i diritti riservati.
Sosta lungo la strada tra Cuzco e Puno



2012 © Sebastiano Puccio. Tutti i diritti riservati.
Mercanti andini
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29 aprile 2012
Puno è una città moderna che costituisce il punto d’incontro dei commerci tra Perù, Bolivia e  le due coste del Sud America, per cui presenta un carattere estremamente commerciale. Nonostante ciò, conserva ancora tracce della sua storia coloniale, come alcuni edifici antichi e le strette calles congestionate da una miriade di automobili, autocarri, mototaxi, mentre i pedoni sono costretti a stringersi sui microscopici marciapiedi. La città si gira facilmente a piedi perché tutto si trova a distanza ravvicinata. Puno è anche la capitale del folklore peruviano, se volete assistere a tipiche celebrazioni siete nella città giusta. Spesso le feste di Puno sono trasmesse in diretta nazionale.

Quando usciamo la mattina, ho ancora dei giramenti di testa, forse sarà anche l’altitudine dato che siamo a 4000 metri s.l.m.
Ci dirigiamo in Plaza de Armas e capitiamo proprio nel giorno in cui c’è il presidente peruviano per assistere ad una qualche celebrazione. C’è moltissima gente, infinite le bande che popolano le strade in attesa di sfilare davanti al presidente. Quando torniamo in camera e accendiamo la tv la cerimonia è in diretta nazionale, quindi deve essere qualcosa di particolarmente importante.
Cerchiamo un posto dove pranzare e finiamo al Colors, ristorante consigliato dalla guida. Con 64 soles = 19,70 euro, prendiamo 2 trote e 2 coca cola. Tutto buono, un po' più caro rispetto agli standard peruviani ma andateci pure anche se non è meritevole di alcuna nota in particolare.
Nel pomeriggio passeggiamo fino al porto, è domenica e brulica di famiglie felici che navigano sul lago con i pedalò tipici della zona. Se vi interessa questo tipo di gita sappiate che costa solo 2 soles = 0,60 euro affittare il mezzo per un’ora.
Il lungo lago è carino, un lungo pontile divide il lago aperto
dalla zona stagna, dove l’acqua è verde, verde fogna. Attraversiamo un luna park praticamente deserto e con calma ritorniamo in centro. Assistiamo anche ad una gara automobilistica nel bel mezzo della strada, tutto ovviamente illegale, abusivo, stile gare-scommesse; ma qui è talmente consuetudine che tra il pubblico si può annoverare anche la polizia!
In un supermercato vicino a Parco Pino compriamo la cena per stasera: pane e tonno. Vogliamo stare ancora leggeri, ed io non mi fido molto a mangiare nei ristoranti, almeno per il momento. Rinviamo di un giorno anche il tour di 2 giorni alle isole del lago Titicaca. Non essendo ancora in forma al 100%, Seba non si fida a portarmi in un luogo sperduto: almeno qui in città all’occorrenza c’è il centro medico. Quindi andiamo all’agenzia Edgar Adventures e prenotiamo solo la visita alle rovine di Sillustani per l’indomani (35 soles = 10,80 euro). Per vostra info il taxi ne chiede minimo 60 con tempo di attesa per visitare le rovine. Quindi se siete almeno in 2 il taxi è più conveniente, considerate però non avrete la guida a disposizione e sul posto non ne abbiamo viste.
Puno si anima solo verso le 5 di sera, quando le strade pullulano di locali e turisti.

2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
Puno, la zona pedonale
2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
La Cattedrale in Plaza de Armas a Puno
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30 aprile 2012
Passeggiamo tutta la mattina per le vie di Puno, raggiungiamo il supermercato dove compriamo la colazione (che non è compresa nel prezzo della camera) e il pranzo. La prima consiste in brioches al cioccolato e pezzetti di ananas e la consumiamo comodamente seduti su una panchina del Parco Pino ad osservare la gente, il secondo da un panino al prosciutto crudo (terribile, puzzava!!!) che mangiamo furtivamente in camera. Ci riposiamo un momento  in attesa che ci vengano a prendere per portarci alle rovine di Sillustani.
Le torri funerarie di questo sito punteggiano la collina della penisola del lago Umayo. Alcune di queste torri raggiungono perfino i 12 metri di altezza. Al loro interno venivano custodite oltr alle spoglie di intere famiglie nobili appartenenti alla popolazione dei colla, anche grandi quantità di cibo e oggetti personali destinati ad accompagnare i defunti durante il viaggio nell’aldilà. L’unica apertura delle torri era un piccolo foro largo il minimo indispensabile per consentire ad una persona di entrare. Oggi, anche se all’interno non è rimasto nulla, le torri sono molto ben conservate.
Se come noi optate per l’escursione organizzata, al vostro rientro l’autista vi chiederà se volete fermarvi a visitare una tipica famiglia della zona, ovviamente pagando una profumata “propina”. Noi e pochi altri abbiamo scelto di saltare questa farsa.
Quando rientriamo in città torniamo nella stessa agenzia per prenotare il tour per i prossimi 2 giorni: Isole Uros, Amantani e Taquile per 95 soles = 30 euro ca. a testa. Vi raccomandiamo questa agenzia, la Edgar Adventures, proprio nella zona pedonale di Puno, perché è una delle poche in città che opera senza sfruttare le popolazioni locali. Infatti per ogni persona l’agenzia pagherà alla famiglia che ospiterà il turista ben 30 soles di quei 95 pagati.
Ceniamo alla Pizzeria Trattoria Fogon nel centro pedonale, dove, per non rischiare ulteriori malanni, optiamo per una semplice pizza per 45,5 soles = 14 euro (con bibita ovviamente). Ahahahahah pizza!!!! Che parola grossa, quando si usa il formaggio al posto della mozzarella e i pomodori interi al posto della passata… 

2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
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Sillustani, la torre funeraria.

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giovedì 26 aprile 2012

...e finalmente il Machu Picchu!

Alle 5.30 ritiriamo il nostro cestino della colazione (2 panini con burro e marmellata, 1 banana, 1 pacchetto di biscotti e 1 succo d’arancia) e ci incamminiamo verso la stazione dei bus, da dove partono i mezzi per il Machu Picchu. Quando arriviamo c’è già colonna, ma sono ben organizzati e saliamo con il secondo o terzo bus. Il biglietto costa 17$ o 45 soles andata e ritorno o 9$ per chi decide di fare a piedi o solo l’andata o solo il ritorno. Una cosa importante che dovete sapere e che anche sulla Lonely è scritta in modo errato è questa: l’ingresso al Wayna Picchu avviene solo ed esclusivamente con biglietto già acquistato e non come si dice che i primi 400 che arrivano ai cancelli si riservano il diritto di salire. No. I primi 400 che acquistano il biglietto (soprattutto online dato che i posti sono limitati) salgono. Gli altri no, scordatevelo proprio! Inutile quindi correre come matti o alzarsi alle 4 del mattino come si faceva un tempo, se volete assicurarvi la salita al Wayna Picchu l’unico modo è comprare in anticipo il biglietto.
Entriamo al Machu Picchu verso le 6, c’è già molta gente in colonna ma una volta entrati le persone si disperdono nel sito e non sembra nemmeno così affollato. Seguiamo l’itinerario scritto nella nostra guida (quella vivente voleva 120 soles). Arriviamo alla Casa del Custode, saliamo ancora sui terrazzamenti per mirare l’incredibile vista sul sito. Proprio come nelle cartoline!

© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Machu Picchu
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Camminiamo e ci riposiamo, il sole si alterna alla nebbia per poi vincere completamente la battaglia. Il fiato manca, sia per l’altitudine che per lo splendore. Erano almeno 2 anni che sognavo di essere quassù.
Consumiamo la nostra colazione seduti con le gambe a penzoloni su un terrazzamento. E guardiamo il Machu Picchu. E lo immaginiamo pieno di incas intenti nelle loro attività quotidiane. Scendiamo nelle rovine, al Tempio del Sole, unico edificio a pianta circolare di Machu Picchu. Ogni tanto ci fermiamo a “scroccare” la spiegazione della guida di qualche gruppo organizzato, così racimoliamo le informazioni mancanti dal nostro libro. Dopo la Piazza Centrale seguono quelle che erano le abitazioni e il Gruppo delle Prigioni, un complesso labirintico di celle, nicchie e passaggi in parte sotterranei e in parte in superficie. Ormai si è fatto quasi mezzogiorno. Il sole è cocente e il sito comincia a gremire di turisti. Ok è giunta l’ora di andarsene.
Al Machu Picchu o pioggia battente o sole cocente. Noi siamo stati fortunati anche se mi sono scottata un po’ il viso. Consiglio crema solare alta protezione, cappello, repellente per insetti e acqua a volontà.


© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Machu Picchu
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Scendiamo con il primo bus disponibile e giunti ad Aguas Caliente vogliamo cercare un posticino dove pranzare. La guida non è clemente con nessuno delle centinaia di locali presenti e purtroppo non ha torto. I procacciatori di clienti sono insistenti, i locali pressoché tutti uguali, i prezzi astronomici. Decidiamo di mangiare hamburger e patatine, quindi cerchiamo un ristorante che ci ispiri. Incappiamo in un locale vuoto, il proprietario ci prepara 2 buoni hamburger con formaggio, pomodoro e patatine + coca cola, il tutto per 10 soles a testa = 3 euro. Tutto bene a parte le condizioni igieniche del locale e del proprietario, che mentre ci prepara il pranzo ora si tocca i capelli, ora ci mostra un libro unto, ora si asciuga le mani sulla maglietta…
Finito il pranzo passeggiamo per la cittadina, estremamente turistica. Arriviamo a Plaza de Armas dove assistiamo ad una funzione della polizia. Eseguono l’inno nazionale e ci obbligano giustamente ad alzarci dalla panchina dove eravamo comodamente seduti.
Proseguiamo la nostra passeggiata per il mercato artigianale coperto e poi ritorniamo in hotel a ritirare i nostri zaini e rilassarci un momento prima di riprendere il treno per Ollantaytambo.
L’Autovagon è un treno piccolissimo di appena una carrozza, con i vetri sui lati del tetto. A bordo servono un piccolo snack con bibita e il viaggio sembra passar veloce con gli intrattenimenti di musiche e danze tradizionali e una piccola sfilata di capi d’abbigliamento di alpaca venduti a prezzi esorbitanti.
Arriviamo ad Ollanta alle 19.40. Con un mototaxi (2 soles) ci facciamo portare in Plaza de Armas dove si trova il nostro hotel. Su consiglio della Lonely cerchiamo il ristorante Cafè Hearts ma sappiate che non si trova più in Plaza de Armas bensì all’angolo della strada che porta alla stazione. Oltre a mangiar bene (42 soles per il menu del giorno e un piatto di fajtas + acqua + coca cola = 12,50 euro ca.), consiglio vivamente questo locale perché i ricavati servono ad aiutare le popolazioni andine più povere, tramite un progetto di una ONG fondata da Newhouse Sonia che nel 2002 abbandonò l’Inghilterra per venire a vivere qui. Più info su
www.livingheartperu.org


© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Ollantaytambo
© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Ollantaytambo


27 aprile 2012
Per colazione torniamo ancora all’Heart Cafè. Prendiamo una brownie (torta al cacao) e una spremuta d’arancia. In questo locale il pane e i dolci sono fatti in casa e si usano solo frutta e verdure fresche.
Dopo colazione ci dirigiamo alle rovine di Ollanta. Le spettacolari e ripide terrazze poste a difesa di queste rovine inca, costituiscono uno dei pochi luoghi in cui i conquistadores uscirono sconfitti da uno scontro armato. Questa fortezza era considerata però più un tempio che un forte.
Terminata la visita alle rovine passeggiamo per le vie ciottolate e strette della cittadina. Si è fatta ora di pranzo e ormai, come consuetudine, torniamo al nostro ristorante di fiducia: l’Heart Cafè. Due insalate della casa + 1 coca cola per 33,50 soles = 10 euro ca. Non smetteremo mai di dirlo, andate in questo locale e sostenete il loro progetto, è molto importante.
Ancora una passeggiata al mercato locale ed è già tempo di ritirare gli zaini. Alla stazione dei bus prendiamo il primo collectivo che parte per Cuzco (10 soles a testa = 3 euro). Il viaggio dura circa un’ora e mezza e l’autista ci lascia in Plaza San Francisco. Con un taxi (3 soles) torniamo al nostro hotel, dove ci assegnano la stessa stanza di due giorni fa. Ritiriamo i panni lasciati in lavanderia (2 kg per 7 soles = 2 euro ca.) e ci rilassiamo un momento in camera bevendo un mate di coca.
Verso sera l’ultima passeggiata per le vie di Cuzco e andiamo a mangiare al Sumaq Grill proprio vicino al nostro hotel. Si mangia discretamente, peccato per il servizio lento.
Vi capiterà spesso di vedere per le strade di Cuzco e della Valle Sacra dei sacchetti rossi appesi a dei bastoni sporgenti: indicano che in quel luogo si vende la chicha. Diverse invece sono le chincerie, locali dove si cucina il porco fritto, specialità peruviana.


© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
Ollantaytambo, qui si vende la Chicha
© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Ollantaytambo

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martedì 24 aprile 2012

La Valle Sacra: da Pisaq ad Ollantaytambo

Erwin e il "fratello" Jhon ci aspettano fuori dall'hotel alle 7 in punto. Lasciamo Erwin poco fuori città e ci dirigiamo verso Pisaq. Sorge già un'incomprensione per quanto riguarda l'orario. Jhon sostiene che il rientro è previsto per le 11-12, io ribatto e dico che gli accordi presi con Erwin erano ben diversi. Alla fine troviamo un compromesso e facendo tutto con calma si ritorna in hotel intorno alle 14.

Le rovine di Pisaq. 2012 ©, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.

La prima tappa è il sito di Pisaq, dove vi accediamo con il Boleto Turistico. 
Situata sulla sommità di una collina, la cittadella inca domina la sottostante Valle dell'Urubamba. Pisaq è famosa per i suoi terrazzamenti coltivati che si estendono sulle pendici meridionali e orientali della montagna. Questi terrazzamenti sono privi di gradini e i livelli sono collegati da scalinate diagonali realizzate con pietre conficcate nei muri di contenimento delle terrazze. Se dalla parte posteriore delle rovine guardate la montagna davanti a voi vedrete che la parete è perforata da centinaia di buchi: si tratta di tombe inca che sono state depredate dai tombaroli e che oggi sono praticamente inaccessibili ai turisti. La visita ci prende quasi 2 ore di tempo.
Tornando in paese ci fermiamo al mercato artigianale, il più grande ed importante della zona. Essendo comunque ancora molto presto non incontriamo praticamente nessuno. Il mercato ci appare però molto turistico, tutti vendono più o meno le stesse cose. Compriamo solamente 2 zampoñas profesional (che poi scopriremo essere non proprio "profesional"). Ci allontaniamo un po' dalla zona di mercato percorrendo le viuzze del villaggio. Compriamo delle bananine perchè il mio stomaco inizia a brontolare, poi per pranzo, quello vero, mangiamo le "empanadas" in quello che Jhon sostiene sia il ristorante migliore di Pisaq. E solo qui in Pisaq si fanno le vere empanadas. Sono una sorta di panzerotto farcito con a scelta, pollo, carne o formaggio. Proviamo anche la Inca Cola: terribile, il sapore è lo stesso di chewingum tipo Big Babol (ve le ricordate?). In totale pranziamo in 3 con 20 soles = ca 6 euro.
Sulla strada del ritorno ci fermiamo a vedere una "feira", ossia una festa paesana. In questo caso si tratta di una premiazione per il concorso del bestiame. Si elegge il miglior cuy, la miglior mucca, i migliori maiali ecc... Si beve la "chicha", tipica birra peruviana prodotta con mais fermentato.
Prima di far rientro a Cusco ci fermiamo per delle fugaci visite ai siti di Tambomachay, Pukapukara e Q'enqo.
Il primo, Tambomachay si trova a circa 300 metri dalla strada principale. Questo sito consiste in una vasca cerimoniale in pietra finemente lavorata che convoglia l'acqua di una fonte cristallina attraverso fontane tuttora in funzione. Per questo motivo è comunemente noto con il nome di El Baño del Inca; secondo alcuni il sito era dedicato al culto inca dell'acqua. In questo sito compriamo il nostro primo souvenir: una scacchiera in miniatura fatta a mano per soli 18 soles = 5,5 euro.
Il sito successivo, Pukapukara, si trova scendendo un centinaio di metri sul lato opposto della strada. Le rovine dominano la Valle di Cuzco. In particolari condizioni di luce, la roccia assume una sfumatura rosata. Si dice che si trattasse di un luogo utilizzato come casotto di caccia, una postazione di guardia e un punto di sosta per viaggiatori. La parte inferiore è composta da diverse camere residenziali mentre la parte alta era adibita a magazzini.
L'ultimo sito, quello di Q'enqo è costituito da una grande roccia calcarea sulla quale sono scolpite straordinarie incisioni simboliche, fra le quali i canali a zigzag. Si ritiene che tali canali servissero per il sacrificio rituale accompagnato dalla chicha o dal sangue. Se raggiungete la cima noterete alcune laboriose incisioni che rappresentano un puma, un condor e un lama, simboli del Perù. Discendendo di nuovo è possibile esplorare una grotta sotterranea con altari ricavati nella roccia.

I terrazzamenti di Pisaq. 2012 ©, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
La "feira" del bestiame.
Il mercato artigianale di Pisaq.

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Prima di congedarci da Jhon ci accordiamo per quella che sarà la giornata di domani: per 120 soles = ca 35 euro, ci porterà a visitare la Valle Sacra per poi lasciarci ad Ollantaytambo.
Il pomeriggio a Cusco è da incubo. Spiego il perchè. Vogliamo prenotare il biglietto del treno che ci porterà da Aguas Calientes, ultimo paese raggiungibile coi mezzi prima del Machu Picchu. Sul sito della Peru Rail però la mia postepay non funziona e non possiamo fare la prenotazione. I posti inoltre sono limitati, quelli con gli orari e i prezzi migliori sono già esauriti! Ci dobbiamo affrettare. Decidiamo quindi di affidarci all'Ufficio Turistico per la prenotazione. Pensando che si tratti appunto di un servizio pubblico mi illudo che siano abbastanza onesti, ma purtroppo mi sbaglio. Il costo è nettamente superiore rispetto a quello proposto su internet (113 $ a testa al posto di 93 $) ma c'è da dire che oltra alla commissione applicata dall'Ufficio per il loro servizio, fanno anche un cambio super sfavorevole. Ok che fare, li prendiamo ugualmente a questo prezzo, ma attenzione se volete pagare con la carta di credito vi addebiteranno anche il 10% in più. Questo no, non lo vogliamo! Preferiamo pagare in contanti, dei quali però al momento siamo sprovvisti. Andiamo quindi allo sportello Bancomat ma la banca di Seba, avendo fiutato un furto internazionale, gli ha bloccato la carta dopo il primo prelievo effettuato qualche giorno fa! Non è possibile!!!! Io invece, ho lasciato le mie carte in hotel quindi siamo costretti a farci ritorno. Per accelerare i tempi prendiamo un taxi (prezzo fisso per la città 3 soles = 1 euro ca). Ritorniamo all'Ufficio Turistico dopo aver prelevato e paghiamo questi benedetti biglietti. Subito dopo ci rechiamo in un altro internet cafè per prenotare anche un hotel per domani sera quando pernotteremo ad Aguas Caliente. Troviamo il Margarita's House per 35 soles a camera = 10,50 euro, una delle sistemazioni più economiche, essendo questo l'ultimo paese prima del Machu Picchu tutto è più caro. Resta solo da prenotare il biglietto per il Machu Picchu ma non capisco il motivo per il quale una volta effettuata la riservazione, non riesco a pagare inserendo il codice assegnatomi. Comincio ad irritarmi! Andiamo in un altro Ufficio Turistico vicino ad Av. El Sol dove ci dicono che il codice vale 6 ore lavorative, oltre le quali se non viene effettuato il pagamento la prenotazione decade. Verremo domani mattina presto per pagare o fare una nuova prenotazione. Per oggi basta!
Una volta terminate tutte queste seccature andiamo a rilassarci un po'. Assistiamo ad alcune danze tradizionali al Centro Qusqo de Arte Nativa dove si entra con il Boleto Turistico. Ci stanchiamo presto ed inoltre è ora di cena. Seba sceglie un ristorante locale per cenare, vuole fare l'alternativo. Finiamo al ristorante Lion, dove per 5 soles a testa = 1,50 euro ci portano una zuppa non so di cosa, ma sicuramente con zampe di gallina, un pezzo di pollo secco accompagnato da riso secco, patate secche...e fredde. Non ci chiedono nemmeno se desideriamo bere qualcosa ma guardo sugli altri tavoli e vedo che nessuno degli altri commensali ha ordinato da bere. La zuppa la lasciamo a qualcun altro, il pollo e le patate le mangiamo ma solo perchè affamati. Appena terminato il "succulento" pasto ci alziamo e ce ne andiamo. E il conto direte voi? Non vi preoccupate, ve lo chiedono appena vi sedete, si paga in anticipo!!! Mai visto una cosa del genere...
Questa giornata impegnativa è terminata, ce ne andiamo a dormire stremati.

Pisaq. 2012 ©, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
Zampoñas. 2012 ©, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
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25 aprile 2012
Prima di lasciare l'hotel consegnamo un sacchetto di indumenti da far lavare che ritireremo al ritorno fra qualche giorno. Lasciamo anche in custodia le nostre valigie, viaggeremo solo con un piccolo zaino a testa. 
Alle 8 puntuale come un orologio svizzero ci attende Jhon. Per prima cosa ci facciamo portare al Centro Machu Picchu per pagare i biglietti che ho riservato ieri sera. Fortunatamente la signora si accorge dell'errore che ho commesso attribuendo a Seba 112 anni durante la prenotazione (senza peraltro aver la possibilità di correggere). La cassiera sorridendo, si rivolge a lui dicendogli: "¿Sebastiano cuanti años tienes?" Risolto e acquistato.
Prima tappa della giornata il villaggio di Chinchero. Noto agli incas come "il posto dove nasce l'arcobaleno", permette di visitare delle rovine inca, una chiesa coloniale e di godere delle splendide vedute delle montagne. Per entrare nella chiesa occorre il Boleto Turistico.
Seconda tappa, molto più interessante, Moray. Ci si arriva attraversando il villaggio di Maras. Moray è sorprendente. Lo straordinario anfiteatro creato dai profondi terrazzamenti è uno spettacolo davvero affascinante. Sulle pareti di un'enorme cavità sono stati ricavati diversi livelli di terrazze concentriche, ciascuna delle quali sembra essere caratterizzata da un diverso microclima a seconda della sua profondità. Per questo motivo si ritiene che gli incas le utilizzassero come una sorta di laboratorio per scoprire quali fossero le condizioni favorevoli alle diverse coltivazioni agricole.
Seguitiamo per le saline di Maras, utilizzate per l'estrazione del sale sin dall'epoca degli incas. L'acqua ovviamente non è quella di mare, deriva da una sorgente di un piccolo torrente con acqua molto salina che viene deviata nelle pozze e fatta evaporare per produrre il sale che viene di solito, somministrato ai bovini. L'effetto complessivo è molto surreale.
Si è fatta ora di pranzo e Jhon ci porta ad Urubamba, in un ristorante turistico ma con anche clientela peruviana di ceto medio-ricco. Il menù è a buffet e costa 39 soles a testa = 11,50 euro. Jhon non paga, probabilmente ogni volta che accompagna qui dei turisti gli viene offerto il pranzo.
Con un'altra mezz'ora di auto arriviamo ad Ollantaytambo, un grazioso paese di 700 anime che si sviluppa attorno a Plaza de Armas. Prenotiamo all'Hostal Kiswar, proprio affacciato sulla piazza, la camera per domani sera, una tripla per un totale di 60 soles = ca 18 euro. Dopodiché ci rilassiamo su una panchina ad osservare gli abitanti del posto e i bambini giocare. Passeggiamo su e giù per il lungo viale che porta in stazione in attesa di essere imbarcati sul treno che ci porterà ad Aguas Caliente. Su questa via ci sono decine e decine di bancarelle e venditori ambulanti, qui potrete comprare souvenir o cenare.
Il nostro treno Expedition parte alle 19 ma occorre presentarsi ai cancelli almeno 30 minuti prima per dare la possibilità alle hostess di assistervi e assegnarvi il vostro posto. Questo treno è davvero molto lento, se potete prendetene un altro. A bordo offrono una bibita e un piccolo snack.
Quando arriviamo ad Aguas Caliente sono circa le 9 di sera. Fuori dalla stazione decine di procacciatori cercano clienti dell'ultimo minuto. Ed io che mi preoccupavo perché pensavo che non avremmo trovato nessun posto dove andare a dormire! Noi abbiamo già la nostra prenotazione all'Hostal Margarita's per 92 soles a notte = 27,50 euro ca.
La città sembra molto movimentata anche di notte, domani al rientro dal Machu Picchu la esploreremo con più calma. Ora è tempo di andare a dormire, domani sveglia prestissimo!!!

Il Villaggio di Chinchero.
2012 ©, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
I terrazzamenti di Moray. 2012 ©, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
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Salinas di Maras. 2012 ©, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.


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domenica 22 aprile 2012

Cuzco, l'antica capitale inca

Ci svegliamo di buona lena, dobbiamo prendere il volo per Cuzco. Facciamo una povera colazione fatta di pane, burro e marmellata in bustona gigante, latte in scatola, thè e uova. Il tutto a pagamento (10 soles = 3 euro ca).

Cuzco, Plaza de Armas. 2012, Giovanna Puccia © Tutti i diritti riservati

Il volo Lima-Cuzco con la Taca Airlines, prenotato alcuni mesi fa per 60$ a testa, dura poco meno di 1 ora. L'aeroporto di Cuzco è davvero piccolo, sembra più una stazione. Il referente dell'hotel che abbiamo prenotato è fuori che ci attende. 
Contratta il prezzo per un taxi. Saliamo. L'alpaca qui regna sovrano: sedili rivestiti in alpaca, cruscotto coperto di alpaca, tappetini di alpaca. É il regno degli acari :) É forse il taxi più sgangherato che abbia mai preso, supera di buon grado quello di Istanbul. Mentre il tassista litiga con il conducente di un camioncino proprio fuori dall'hotel, noi scendiamo in fretta perchè l'auto arranca. A fatica è riuscito a salire fin quassù e non sono certa che il suo freno a mano possa reggere ancora per molto.

Check-in, riponiamo le valigie e siamo già in strada. 
In gran parte delle città sudamericane le strade sono attraversate da un'energia gioiosa e febbrile che a Cuzco diventa travolgente. Scendiamo fino a Plaza de Armas dove ci troviamo circondati da venditori ambulanti che offrono massaggi, burattini a dita, dipinti, CD e tatuaggi. Cuzco è una delle città più turistiche del mondo, ma nonostante le orde di turisti e la massiccia immigrazione dalle province e dopo gli anni di terrorismo, è una città relativamente sicura, dotata di discrete infrastrutture e abitata da una popolazione amabile e intraprendente. Proseguiamo per Av. El Sol, l'arteria commerciale della città, sempre molto trafficata. Decidiamo di mangiare al Los Toldos. 1/4 di pollo con patatine fritte, insalata, coca cola per 18,75 soles = 5,50 euro a testa. Si mangia bene. Voto 7.
L'altitudine si sente, ad ogni movimento azzardato il cuore mi batte a mille e quando non è il cuore a dare problemi è la mancanza d'aria e i giramenti di capo. Per questo motivo il nostro andamento è davvero lento. In Av. El Sol compriamo il Boleto Turistico che costa 130 soles = 38 euro ca. che ci servirà per accedere a quasi tutti i siti e i musei che visiteremo nei prossimi giorni. Sempre con molta calma raggiungiamo l'Iglesia Santo Domingo dove l'ingresso costa 15 soles = 4,4 euro, ma noi decidiamo di non entrarci anche perchè non si possono fare ne foto ne video. É però degna di nota perchè sono dipinti incantevoli arcangeli raffigurati come bambini andini in jeans e maglietta. Proseguiamo per le inquinatissime strade di Cuzco. Viste le auto che circolano non ci sorprende che l'inquinamento sia davvero un problema serio di questa città: l'aria è irrespirabile. Anche se il Governo ha stabilito che le auto più vecchie di 10 anni debbano essere cambiate, continuano comunque a circolare mezzi con almeno 20-30 anni di età. Questa è quindi la sola fonte d'inquinamento anche perchè l'unica fabbrica presente a Cuzco è quella della birra Cuzqueña. Ci viene detto inoltre che a Cuzco la polizia comunale è prevalentemente composta da donne perchè non sono "corruttibili" come invece lo sono gli uomini e alla domanda "Quant'è?" non cedono alla bustarella.
Percorriamo Santa Clara dove sorge la chiesa e il convento raramente aperti al pubblico, fino a raggiungere l'Iglesia de San Pedro di fronte alla quale viene ospitato il mercato, il cui trambusto si riversa tutto sul marciapiede. Un ricco spunto di vita popolare, costumi e tradizioni.


2012, Giovanna Puccia © Tutti i diritti riservati
Cuzco, la Catedral. 2012, Giovanna Puccia © Tutti i diritti riservati
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Cuzco, mercato di San Pedro. 2012, Giovanna Puccia © Tutti i diritti riservati
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Cuzco, mercato di San Pedro
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Cuzco, campesinos in Plaza San Francesco
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Comincia a farsi tardi, qui si va incontro all'inverno e quindi diventa buio verso le 17.30-18. Sulla strada del ritorno ci fermiamo in Plaza de San Francesco, molto animata. Ogni domenica i campesinos, contadini di lingua quechua trasferiti in città dalla campagna per lavorare, si riuniscono qui per divertirsi e vendere le proprie mercanzie. Si cucina il cuy (porcellino d'india) e altri piatti tipici. 
Ci fermiamo a bere un ottimo frullato di frutta fresca per 6 soles = 1,75 euro in un locale adiacente a Plaza de Armas. Comincia a far freddo e sulla via del ritorno ci fermiamo nella bottega di una vecchina per comprare 2 berrette di alpaca per 15 soles = 4,40 euro in totale. 

23 aprile 2012 
Ci svegliamo presto e dopo colazione ci incamminiamo fino a raggiungere le rovine di Sacsaywamán. La salita, per noi che non siamo allenati, ci prende quasi un'ora. Arrivati all'entrata mostriamo il nostro Boleto Turistico per poter accedere gratuitamente. Ci si avvicina una guida, che inizialmente non avevamo considerato, ma che in seguito si è rivelata molto più utile del libro che in merito non forniva molte spiegazioni.
Questa imponente rovina è la più suggestiva tra quelle situate nelle immediate vicinanze di Cuzco. Il nome in lingua quechua significa "falco soddisfatto". Sembra un sito molto vasto, anche se ciò che appare oggi visibile corrisponde solo al 20% della struttura originaria. Il sito è composto da tre aree distinte, di cui la più singolare è quella delimitata da magnifiche mura a zig zag poste su tre livelli che costituiscono le fortificazioni. Di fronte si trova la collina Rodadero, dove sono presenti una serie di belle panche finemente scolpite nella pietra conosciute come "il trono degli inca". Tra le due aree troviamo in mezzo un grande spiazzo pianeggiante dove si svolge lo spettacolo dell'Inti Raymi il 24 di giugno. Edwin la nostra guida, ci spiega scrupolosamente tutto ed è pure un bravo venditore: ci rifila anche un CD che dice sia stato composto da suo fratello. In totale ci prende 20 soles per la guida + 20 soles per il CD. Contrattiamo anche il prezzo per la gita che vorremmo fare domani: Pisaq e altri 3 siti inca presenti sullo stesso itinerario che faremo al ritorno. Tutto per 80 soles = 23,50 euro. Ci sembra un buon prezzo, sopratutto se paragonato a quello che ci aveva fatto l'agente dell'hotel (140 soles solo per Pisaq andata e ritorno). 


2012, Giovanna Puccia © Tutti i diritti riservati
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Torniamo in hotel e ci rilassiamo un'oretta. Per il pranzo cerchiamo il ristorante consigliatoci dalla proprietaria dell’hotel, ma quando lo troviamo l’impressione è spiacevole: la puzza che aleggia nell’aria non ci convince proprio! Optiamo quindi per il Ristorante Tabasco giusto a fianco a quello cercato. Si mangia discretamente, la carne di alpaca è un po’ dura e i miei nachos al posto del formaggio fuso erano spruzzati con una specie di reggiano. Costo totale 55 soles = 12 euro ca. Voto 6. 
Ci incamminiamo verso la Plazoneta San Blas percorrendo la stretta e lastricata viuzza Cuesta San Blas. Questo è il quartiere bohèmien di Cuzco, popolato di danzatori con bastoni infuocati, giocolieri e artigiani. Troviamo un’agenzia che ci sembra abbastanza affidabile e compriamo i biglietti per il bus che fra qualche giorno ci porterà a Puno. 100 soles = 30 euro a testa con pranzo e fermate in alcuni luoghi di interesse inclusi. Sarà tutto molto turistico ma almeno spezzeremo le 10 ore di viaggio.
Girovaghiamo a casaccio per le vie di Cuzco, senza seguire un itinerario preciso. Decidiamo di sfruttare il nostro Boleto Turistico visitando il Museo Histórico Regional e successivamente il Museo de Arte Popular.
Il primo è allestito nell’edificio coloniale detto Casa Garcilaso de la Vega. Presenta una collezione disposta in ordine cronologico, inizia con punte di frecce del periodo preceramico e prosegue con alcune ceramiche e gioielli delle culture wari, pukara e inca. C’è anche una mummia di Nazca, alcuni tessuti inca e piccoli oggetti ornamentali d’oro.
Nel secondo sono esposte opere di artisti e artigiani che rappresentano uno spaccato della vita quotidiana. Raffigurano scene di ubriachezza nelle picanterie, di tortura sulla poltrona del dentista, di carneficina in una macelleria e perfino di un taglio cesareo. C’è anche una mostra di fotografie che ritraggono scene di Cuzco nella prima metà del secolo scorso (in realtà non appare molto diversa da oggi), tra cui alcune immagini delle conseguenze del terremoto del 1950.
Terminato il tour culturale ci riposiamo nello stesso locale di ieri a bere un delizioso frullato di frutta fresca. Si è fatto quasi buio. Compriamo da un’ambulante 2 sacchetti di pop corn e ci sediamo sotto i portici di Plaza de Armas mangiando e scrutando il movimento cittadino. Stanchi e affamati cerchiamo un ristorante che offra il menù del giorno a poco prezzo, dobbiamo compensare con tutto quello che abbiamo speso oggi. La Lonely ne propone uno nel quartiere di San Blas. Per arrivarci esploriamo zone che non avevamo ancora visitato. Spiacevole sorpresa, il ristorante citato non c’è più. Finiamo nella stessa catena di ristoranti di oggi, il Tabasco. Chiediamo il menù del giorno per 10 soles = 3 euro ca. a testa. Ci portano una zuppa di pomodoro e una di quinoa, 2 fajtas di pollo, un frullato di papaya (terribile sapeva di formaggio grattugiato) e uno di banana. Siamo comunque sazi e abbastanza soddisfatti. Voto 6 ½.
Stanchi e un po’ infreddoliti, siamo pur sempre a 3326 m, rientriamo in hotel. Domani sveglia alle 7.


2012, Giovanna Puccia © Tutti i diritti riservati
Cuzco, San Blas. 2012, Giovanna Puccia © Tutti i diritti riservati
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Cuzco, San Blas. 2012, Giovanna Puccia © Tutti i diritti riservati
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Cuzco, Museo Historico Regional. 2012, Giovanna Puccia © Tutti i diritti riservati


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