Alle 5.30 ritiriamo il nostro cestino della colazione (2 panini con burro e
marmellata, 1 banana, 1 pacchetto di biscotti e 1 succo d’arancia) e ci
incamminiamo verso la stazione dei bus, da dove partono i mezzi per il Machu
Picchu. Quando arriviamo c’è già colonna, ma sono ben organizzati e saliamo con
il secondo o terzo bus. Il biglietto costa 17$ o 45 soles andata e ritorno o 9$
per chi decide di fare a piedi o solo l’andata o solo il ritorno. Una cosa
importante che dovete sapere e che anche sulla Lonely è scritta in modo errato
è questa: l’ingresso al Wayna Picchu avviene solo ed esclusivamente con
biglietto già acquistato e non come si dice che i primi 400 che arrivano ai
cancelli si riservano il diritto di salire. No. I primi 400 che acquistano il
biglietto (soprattutto online dato che i posti sono limitati) salgono. Gli
altri no, scordatevelo proprio! Inutile quindi correre come matti o alzarsi
alle 4 del mattino come si faceva un tempo, se volete assicurarvi la salita al
Wayna Picchu l’unico modo è comprare in anticipo il biglietto.
Entriamo al Machu Picchu verso le 6, c’è già molta gente in colonna ma una volta entrati le persone si disperdono nel sito e non sembra nemmeno così affollato. Seguiamo l’itinerario scritto nella nostra guida (quella vivente voleva 120 soles). Arriviamo alla Casa del Custode, saliamo ancora sui terrazzamenti per mirare l’incredibile vista sul sito. Proprio come nelle cartoline!
Camminiamo e ci riposiamo, il sole si alterna alla nebbia per poi vincere completamente la battaglia. Il fiato manca, sia per l’altitudine che per lo splendore. Erano almeno 2 anni che sognavo di essere quassù.
Consumiamo la nostra colazione seduti con le gambe a penzoloni su un terrazzamento. E guardiamo il Machu Picchu. E lo immaginiamo pieno di incas intenti nelle loro attività quotidiane. Scendiamo nelle rovine, al Tempio del Sole, unico edificio a pianta circolare di Machu Picchu. Ogni tanto ci fermiamo a “scroccare” la spiegazione della guida di qualche gruppo organizzato, così racimoliamo le informazioni mancanti dal nostro libro. Dopo la Piazza Centrale seguono quelle che erano le abitazioni e il Gruppo delle Prigioni, un complesso labirintico di celle, nicchie e passaggi in parte sotterranei e in parte in superficie. Ormai si è fatto quasi mezzogiorno. Il sole è cocente e il sito comincia a gremire di turisti. Ok è giunta l’ora di andarsene.
Al Machu Picchu o pioggia battente o sole cocente. Noi siamo stati fortunati anche se mi sono scottata un po’ il viso. Consiglio crema solare alta protezione, cappello, repellente per insetti e acqua a volontà.
Scendiamo con il primo bus disponibile e giunti ad Aguas Caliente vogliamo cercare un posticino dove pranzare. La guida non è clemente con nessuno delle centinaia di locali presenti e purtroppo non ha torto. I procacciatori di clienti sono insistenti, i locali pressoché tutti uguali, i prezzi astronomici. Decidiamo di mangiare hamburger e patatine, quindi cerchiamo un ristorante che ci ispiri. Incappiamo in un locale vuoto, il proprietario ci prepara 2 buoni hamburger con formaggio, pomodoro e patatine + coca cola, il tutto per 10 soles a testa = 3 euro. Tutto bene a parte le condizioni igieniche del locale e del proprietario, che mentre ci prepara il pranzo ora si tocca i capelli, ora ci mostra un libro unto, ora si asciuga le mani sulla maglietta…
Finito il pranzo passeggiamo per la cittadina, estremamente turistica. Arriviamo a Plaza de Armas dove assistiamo ad una funzione della polizia. Eseguono l’inno nazionale e ci obbligano giustamente ad alzarci dalla panchina dove eravamo comodamente seduti.
Proseguiamo la nostra passeggiata per il mercato artigianale coperto e poi ritorniamo in hotel a ritirare i nostri zaini e rilassarci un momento prima di riprendere il treno per Ollantaytambo.
Entriamo al Machu Picchu verso le 6, c’è già molta gente in colonna ma una volta entrati le persone si disperdono nel sito e non sembra nemmeno così affollato. Seguiamo l’itinerario scritto nella nostra guida (quella vivente voleva 120 soles). Arriviamo alla Casa del Custode, saliamo ancora sui terrazzamenti per mirare l’incredibile vista sul sito. Proprio come nelle cartoline!
© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Machu Picchu |
© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Machu Picchu |
© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Machu Picchu |
Vuoi vedere tutte le altre foto del Machu Picchu? Allora clicca qui.
Camminiamo e ci riposiamo, il sole si alterna alla nebbia per poi vincere completamente la battaglia. Il fiato manca, sia per l’altitudine che per lo splendore. Erano almeno 2 anni che sognavo di essere quassù.
Consumiamo la nostra colazione seduti con le gambe a penzoloni su un terrazzamento. E guardiamo il Machu Picchu. E lo immaginiamo pieno di incas intenti nelle loro attività quotidiane. Scendiamo nelle rovine, al Tempio del Sole, unico edificio a pianta circolare di Machu Picchu. Ogni tanto ci fermiamo a “scroccare” la spiegazione della guida di qualche gruppo organizzato, così racimoliamo le informazioni mancanti dal nostro libro. Dopo la Piazza Centrale seguono quelle che erano le abitazioni e il Gruppo delle Prigioni, un complesso labirintico di celle, nicchie e passaggi in parte sotterranei e in parte in superficie. Ormai si è fatto quasi mezzogiorno. Il sole è cocente e il sito comincia a gremire di turisti. Ok è giunta l’ora di andarsene.
Al Machu Picchu o pioggia battente o sole cocente. Noi siamo stati fortunati anche se mi sono scottata un po’ il viso. Consiglio crema solare alta protezione, cappello, repellente per insetti e acqua a volontà.
© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Machu Picchu |
© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Machu Picchu |
Scendiamo con il primo bus disponibile e giunti ad Aguas Caliente vogliamo cercare un posticino dove pranzare. La guida non è clemente con nessuno delle centinaia di locali presenti e purtroppo non ha torto. I procacciatori di clienti sono insistenti, i locali pressoché tutti uguali, i prezzi astronomici. Decidiamo di mangiare hamburger e patatine, quindi cerchiamo un ristorante che ci ispiri. Incappiamo in un locale vuoto, il proprietario ci prepara 2 buoni hamburger con formaggio, pomodoro e patatine + coca cola, il tutto per 10 soles a testa = 3 euro. Tutto bene a parte le condizioni igieniche del locale e del proprietario, che mentre ci prepara il pranzo ora si tocca i capelli, ora ci mostra un libro unto, ora si asciuga le mani sulla maglietta…
Finito il pranzo passeggiamo per la cittadina, estremamente turistica. Arriviamo a Plaza de Armas dove assistiamo ad una funzione della polizia. Eseguono l’inno nazionale e ci obbligano giustamente ad alzarci dalla panchina dove eravamo comodamente seduti.
Proseguiamo la nostra passeggiata per il mercato artigianale coperto e poi ritorniamo in hotel a ritirare i nostri zaini e rilassarci un momento prima di riprendere il treno per Ollantaytambo.
L’Autovagon
è un treno piccolissimo di appena una carrozza, con i vetri sui lati del tetto.
A bordo servono un piccolo snack con bibita e il viaggio sembra passar veloce
con gli intrattenimenti di musiche e danze tradizionali e una piccola sfilata
di capi d’abbigliamento di alpaca venduti a prezzi esorbitanti.
Arriviamo ad Ollanta alle 19.40. Con un mototaxi (2 soles) ci facciamo portare in Plaza de Armas dove si trova il nostro hotel. Su consiglio della Lonely cerchiamo il ristorante Cafè Hearts ma sappiate che non si trova più in Plaza de Armas bensì all’angolo della strada che porta alla stazione. Oltre a mangiar bene (42 soles per il menu del giorno e un piatto di fajtas + acqua + coca cola = 12,50 euro ca.), consiglio vivamente questo locale perché i ricavati servono ad aiutare le popolazioni andine più povere, tramite un progetto di una ONG fondata da Newhouse Sonia che nel 2002 abbandonò l’Inghilterra per venire a vivere qui. Più info su www.livingheartperu.org
Arriviamo ad Ollanta alle 19.40. Con un mototaxi (2 soles) ci facciamo portare in Plaza de Armas dove si trova il nostro hotel. Su consiglio della Lonely cerchiamo il ristorante Cafè Hearts ma sappiate che non si trova più in Plaza de Armas bensì all’angolo della strada che porta alla stazione. Oltre a mangiar bene (42 soles per il menu del giorno e un piatto di fajtas + acqua + coca cola = 12,50 euro ca.), consiglio vivamente questo locale perché i ricavati servono ad aiutare le popolazioni andine più povere, tramite un progetto di una ONG fondata da Newhouse Sonia che nel 2002 abbandonò l’Inghilterra per venire a vivere qui. Più info su www.livingheartperu.org
© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Ollantaytambo |
© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Ollantaytambo |
27 aprile 2012
Per colazione torniamo ancora all’Heart Cafè. Prendiamo una brownie (torta al cacao) e una spremuta d’arancia. In questo locale il pane e i dolci sono fatti in casa e si usano solo frutta e verdure fresche.
Dopo colazione ci dirigiamo alle rovine di Ollanta. Le spettacolari e ripide terrazze poste a difesa di queste rovine inca, costituiscono uno dei pochi luoghi in cui i conquistadores uscirono sconfitti da uno scontro armato. Questa fortezza era considerata però più un tempio che un forte.
Terminata la visita alle rovine passeggiamo per le vie ciottolate e strette della cittadina. Si è fatta ora di pranzo e ormai, come consuetudine, torniamo al nostro ristorante di fiducia: l’Heart Cafè. Due insalate della casa + 1 coca cola per 33,50 soles = 10 euro ca. Non smetteremo mai di dirlo, andate in questo locale e sostenete il loro progetto, è molto importante.
Ancora una passeggiata al mercato locale ed è già tempo di ritirare gli zaini. Alla stazione dei bus prendiamo il primo collectivo che parte per Cuzco (10 soles a testa = 3 euro). Il viaggio dura circa un’ora e mezza e l’autista ci lascia in Plaza San Francisco. Con un taxi (3 soles) torniamo al nostro hotel, dove ci assegnano la stessa stanza di due giorni fa. Ritiriamo i panni lasciati in lavanderia (2 kg per 7 soles = 2 euro ca.) e ci rilassiamo un momento in camera bevendo un mate di coca.
Verso sera l’ultima passeggiata per le vie di Cuzco e andiamo a mangiare al Sumaq Grill proprio vicino al nostro hotel. Si mangia discretamente, peccato per il servizio lento.
Vi capiterà spesso di vedere per le strade di Cuzco e della Valle Sacra dei sacchetti rossi appesi a dei bastoni sporgenti: indicano che in quel luogo si vende la chicha. Diverse invece sono le chincerie, locali dove si cucina il porco fritto, specialità peruviana.
Per colazione torniamo ancora all’Heart Cafè. Prendiamo una brownie (torta al cacao) e una spremuta d’arancia. In questo locale il pane e i dolci sono fatti in casa e si usano solo frutta e verdure fresche.
Dopo colazione ci dirigiamo alle rovine di Ollanta. Le spettacolari e ripide terrazze poste a difesa di queste rovine inca, costituiscono uno dei pochi luoghi in cui i conquistadores uscirono sconfitti da uno scontro armato. Questa fortezza era considerata però più un tempio che un forte.
Terminata la visita alle rovine passeggiamo per le vie ciottolate e strette della cittadina. Si è fatta ora di pranzo e ormai, come consuetudine, torniamo al nostro ristorante di fiducia: l’Heart Cafè. Due insalate della casa + 1 coca cola per 33,50 soles = 10 euro ca. Non smetteremo mai di dirlo, andate in questo locale e sostenete il loro progetto, è molto importante.
Ancora una passeggiata al mercato locale ed è già tempo di ritirare gli zaini. Alla stazione dei bus prendiamo il primo collectivo che parte per Cuzco (10 soles a testa = 3 euro). Il viaggio dura circa un’ora e mezza e l’autista ci lascia in Plaza San Francisco. Con un taxi (3 soles) torniamo al nostro hotel, dove ci assegnano la stessa stanza di due giorni fa. Ritiriamo i panni lasciati in lavanderia (2 kg per 7 soles = 2 euro ca.) e ci rilassiamo un momento in camera bevendo un mate di coca.
Verso sera l’ultima passeggiata per le vie di Cuzco e andiamo a mangiare al Sumaq Grill proprio vicino al nostro hotel. Si mangia discretamente, peccato per il servizio lento.
Vi capiterà spesso di vedere per le strade di Cuzco e della Valle Sacra dei sacchetti rossi appesi a dei bastoni sporgenti: indicano che in quel luogo si vende la chicha. Diverse invece sono le chincerie, locali dove si cucina il porco fritto, specialità peruviana.
© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Ollantaytambo, qui si vende la Chicha |
© 2012, Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Ollantaytambo |
Vuoi vedere tutte le altre foto del Machu Picchu? Allora clicca qui.
Continua a leggere...il racconto di viaggio prosegue nel prossimo post!!
Nessun commento:
Posta un commento