sabato 12 maggio 2012

Consigli per un viaggio in Perù

CONSIGLI 
- non portate l’adattatore perché le nostre spine vanno bene nelle prese peruviane.
- portate un piccolo phon perché negli ostelli e negli hotel a 2 o 3 stelle non ne sono provvisti.
- quando vi serve un taxi fatelo chiamare dal personale dell’hotel dove alloggiate perché hanno servizi di fiducia e se vi succede qualcosa sapete dove andare a reclamare. A Lima usufruite dei taxi green che sono quelli ufficiali. 
- se viaggiate in bassa stagione contrattate il prezzo della camera, quasi sempre otterrete dei piccoli sconti.
- portate sempre con voi un po’ di contanti, non troppi, giusto per garantirvi la sopravvivenza per un paio di giorni. 
- se dovete telefonare spesso usate i “locutori” sparsi in tutte le città. Sono molto convenienti, le tariffe per l’Italia vanno da 0,60 centesimi di soles al minuto (= 0,20 euro) verso i telefoni fissi a 1 soles al minuto (= 0,30 euro) verso i cellulari. 
- questi sono i limiti di prelievo al giorno presso i bancomat: a Cusco ed Arequipa 700 soles, a Puno 450 soles. 

Volo IBERIA Il nostro volo Linate-Madrid-Lima arriva a destinazione con quasi 2 ore di ritardo. Il viaggio è stato lungo, la compagnia Iberia nonostante le numerose critiche lette online, si è rivelata una buona compagnia. Certo i sedili erano abbastanza stretti e mancavano i monitor su ogni singolo sedile, ma la telecamera posta sulla coda dell'aereo ti permetteva di assistere dal vivo al decollo, all'atterraggio e a parte del volo stesso! Bella la sensazione di vedere il paesaggio sotto al tuo sedere! Hanno trasmesso 3 film, ci hanno dato 1 pasto, 1 merenda e 1 snack oltre a tutte le bibite a richiesta illimitata. Il personale è sempre stato gentile e la valigia è arrivata a destinazione intatta. Voto 7. 


La camera presso il Samay Wasi di Cuzco
Il giardino del Samay Wasi di Cuzco
HOTEL
Hostal Las Fresas – Lima prezzo 45 soles per camera = 12 euro circa Positivo per: la vicinanza all'aeroporto, abbastanza pulito. Negativo per: il cuscino riempito chissà con che cosa di duro e appuntito, la mancanza di acqua calda, il rumore e la musica alta fino a notte inoltrata, la puzza. La colazione è abbastanza scarsa (pane, burro e marmellata, the, uova) e a pagamento 10 soles = 3 euro ca É un ostello e come tale non si possono avere grandi pretese. C'è il servizio di accompagnamento da/per l'aeroporto per 25 soles = 7,35 euro Voto 6
Samay Wasi – Cuzco prezzo 204 soles o 72 USD per camera x 3 notti = 60 euro circa Positivo per: pulito, abbastanza silenzioso, colazione inclusa (anche se basica), camera spaziosa, bagno ancor di più, acqua calda, wifi e internet gratis . Su richiesta ti vengono a prendere in aeroporto gratuitamente. Negativo per: non c'è riscaldamento (come in quasi tutti gli hotel peruviani) e non ci sono ne armadi ne sedie per dove sistemare i vestiti. Voto 6
Margarita's House Aguas Caliente prezzo 92 soles per camera = 27,50 euro positivo per: la vicinanza alla stazione dei treni, ti preparano la colazione a scelta fra quella continentale o una doggy bag, c'è acqua calda, è pulito, wifi gratuito nella hall, deposito bagagli e la proprietaria è davvero molto gentile. Negativo: nulla. Voto 7
Hostal Kiswar Ollantaytambo prezzo 60 soles per camera = 18 euro positivo per: direttamente affacciato su Plaza de Armas, pulito, letto e cuscini comodi, deposito bagagli gratuito, acqua calda tutto il giorno. Negativo: camera un po’ stretta, colazione non compresa. Voto 6,5
Maison d’Lago Puno prezzo 50 soles per camera + 10 soles per stufa positivo per: posizione, vicinissimo al centro, letti comodi, pulito, acqua bollente negativo per: un po’ fatiscente, colazione non inclusa (5 soles). Voto 6,5
Hostal Sumay Wasi – Arequipa prezzo 50/60 soles per camera senza/con colazione positivo per: posizione, vicinissimo al centro, pulito, acqua bollente, personale disponibile negativo per: puzza persistente nella camera probabilmente dovuta al legno umido. Voto 6,5
Hostal Reflejos – Arequipa prezzo 35 soles per camera senza/con colazione positivo per: posizione, 15 minuti dall’aeroporto, abbastanza pulito, acqua calda negativo per: nulla. Non si può pretendere molto quando si paga così poco! Voto 6+
Hotel Las Palmas – Miraflores, Lima prezzo 132 soles per camera con colazione positivo per: wifi gratis, vicino Parque Kennedy e mercati artigianali, abbastanza pulito, acqua calda. negativo per: colazione un po’ misera, puzza di chiuso nella stanza e anche nelle lenzuola. Voto 7

Servizio di taxi per turisti Cuzco: Jhon Zapata Loaiza jotonicusco@hotmail.com Cell. 984 886699 
Su richiesta vi accompagna anche fino ad Ollantaytambo.

Non è difficile trovare una stanza in bassa stagione ad Aguas Caliente

venerdì 11 maggio 2012

Lima non è così male...


Vogliamo andarcene da qui. Ci alziamo ansiosi di prendere l’aereo per Lima. Con un’ora e mezzo di volo siamo a destinazione. In aeroporto siamo letteralmente “rapiti” dai taxi green, che comunque sono il mezzo più sicuro (anche se non il più economico) per questa città. La corsa per Miraflores, dove si trova il nostro hotel, costa 45 soles (= 13 euro ca.). L’hotel Las Palmas, prenotato alcuni giorni prima via internet, è in assoluto il migliore nel quale abbiamo soggiornato in questa vacanza, ed anche il più caro: 132 soles a notte (= 38,50 euro ca.). Sono già le 4 di pomeriggio quando decidiamo comunque di uscire per una passeggiata in centro città. Vorremmo vedere la cattedrale, mentre domani ci concentreremo sulla zona di Miraflores. Quindi con un taxi chiamato dall’hotel per 20 soles (= 4 euro ca.) ci facciamo portare a Plaza de Armas detta anche Plaza Mayor. Nel cuore della piazza sorge la cattedrale che custodisce le spoglie del condottiero Pizarro. Passeggiamo per le vie del centro, percorriamo la via pedonale Jiron de la Union che sbocca in Plaza San Martin. Questa via pedonale è il centro nevralgico dello shopping, carina per trascorrere un sereno pomeriggio ma nulla di più. Degni di nota solo alcuni palazzi in stile coloniale e la Iglesia de la Merced. Non poteva mancare un pranzo da McDonald.

La Cattedrale di Lima
Palazzi coloniali

12 maggio 2012
In mattinata raggiungiamo a piedi i mercati artigianali di Miraflores, in particolare ci soffermiamo nell’Inka Market e nell’Indio Market dove acquistiamo gli ultimi souvenir per la “folle” cifra di 20 soles (= ca. 6 euro). Per pranzo ci facciamo convincere dal suggerimento della Lonely Planet e andiamo al Pardo’s Chicken dove per 39 soles in due (= 11,50 euro) mangiamo un quarto di pollo con patatine e verdure e bibita.
Il viaggio in Perù volge al termine e con un taxi ci dirigiamo in aeroporto. Quando attraversiamo il quartiere di San Miguel l’autista mi prega di non abbassare i finestrini perché stiamo passando in una zona un tantino pericolosa…



Adios Perù, tu che mi hai cambiato la vita…


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mercoledì 9 maggio 2012

Disavventura sulla Panamericana

Al Terrapuerto di Arequipa prima di imbarcarvi dovrete pagare una tassa di 2 soles = 0,60 euro a persona per l’uso del terminal.
Con poco ritardo partiamo per Nazca. Appena prima di partire un addetto passa con la telecamera a riprendere i passeggeri per questioni di sicurezza. Subito dopo la partenza passa l’hostess per spiegare l’uso dell’equipaggiamento e per assicurarsi che tutti abbiano allacciato la cintura di sicurezza. Un video spiega il servizio offerto dalla compagnia che però non è perfettamente conforme ai fatti: in primo luogo non ci sono 2 autisti che si danno il cambio ogni 4 ore ma bensì solo uno; 2°: l’hostess durante i tre giorni di sciopero è stata praticamente assente e, quando si riusciva a trovarla, forniva informazioni e risposte del tutto insufficienti. 3°: sul lato sinistro del bus nei primi posti, manca il video, in questo modo chi siede lì (in questo caso proprio io!) è costretto a vedere in controluce il monitor del vicino che ovviamente non si vede bene. 4°: il video spiega che per legge il conducente non può superare i 90 km/h ma come si poteva ben vedere dal contachilometri presente sotto il video, oltrepassava di gran lunga la velocità consentita. Guidava come un pazzo anche in curva e siccome quando superava il limite il campanello suonava, ho passato tutta la notte a sentirlo trillare!!


Fermi in mezzo al nulla
Parte dell'infinita colonna di tir e bus

8 maggio 2012
Verso le 2 o le 3 del mattino il bus si ferma e da lì non si muoverà più per i prossimi 3 giorni. Alle 5 di mattina i primi manifestanti iniziano a battere contro il nostro pullman e a svegliare i passeggeri. Ben presto ci rendiamo conto che è in corso una manifestazione che durerà per ben 7 giorni. In mezzo alla strada i manifestanti posizionano massi giganti e piccoli sassi per impedire l’accesso ai mezzi. Solo verso le 8 arriva la polizia in tenuta antisommossa che avanza verso il blocco. Sul bus inizia a mancare l’aria, tutti vogliono uscire. Fuori colonne di auto, pulmann e camion davanti e dietro di noi. Riusciamo a carpire qualche informazione quà e là: siamo sulla Panamericana a circa 4 ore di distanza da Nazca. Praticamente per oggi abbiamo perso ogni possibilità di sorvolare le linee. In attesa che la situazione si sistemi passeggiamo tra le colonne di mezzi. Passano le ore ma la situazione sembra non smuoversi. Chiedo all’autista in quanto tempo in genere si riesce a ripartire ma la sua risposta mi raggela: questa notte o forse anche domani!! Non ci posso credere siamo sequestrati in questo paese (Ocona) in mezzo al nulla e per di più ci sono rimasti solo 20 soles (= ca 6 euro) per mangiare in due. I ragazzi inglesi con noi sul bus iniziano a bere birra già dal primo pomeriggio, per loro è una cosa da poco la manifestazione, così in serata sono ubriachi fradici. Danno spettacolo con poco, i peruviani si radunano ai margini della strada ad osservarli divertiti. Alcuni li fotografano pure… I minatori combattono contro le grandi compagnie che speculano su di loro volendogli dimezzare ulteriormente la già misera paga. Mi rendo conto che qui la gente è abituata a queste manifestazioni perché appena sorge il sole si moltiplicano i venditori improvvisati di qualsiasi genere alimentare. Aprono il baule delle loro auto e tirano fuori piatti pronti di pasta o riso con pollo.
Alle 18.30 il bus chiude le porte. Alcuni scendono al piano di sotto per dormire qui perché ovviamente è più comodo e meno rumoroso. Tra questi c’è una ragazza russa con la quale discuto perché insiste nel tenere aperta la porta che però mi ostacola i movimenti delle gambe. Insomma le è stato concesso di stare qui senza nemmeno aver pagato il supplemento di prima classe e rompe pure le palle!!! Meglio che mi calmi altrimenti la meno… Di notte c’è puzza, qualcuno utilizza il bagno dove è proibito defecare, rendendolo così inutilizzabile per altri giorni che verranno.

I minatori di Ocona


9 maggio 2012
Alle 6.15 ci svegliamo. Siamo bloccati qui da più di 28 ore. Alcuni prendono le proprie valigie e passano i campi per raggiungere l’altro lato del blocco. A sapere che la manifestazione si fosse protesa per così tanti giorni ce ne saremmo andati anche noi… Ci dicono infatti che il blocco potrebbe durare anche 1 settimana (e così sarà)!!! Ci consigliano di tornare ad Arequipa a da lì, se ce ne fosse ancora qualcuno, di prendere il primo volo per Lima. Decidiamo di aspettare ancora un giorno. Abbiamo solo pochi soles quindi cerchiamo di mangiare e bere poco. Con 2 soles compriamo un pacco di crackers e con altri 3 soles una bottiglia d’acqua da 2,5 litri. Sarà il nostro pranzo e la nostra cena. La polizia va e viene ma in sostanza non fa niente. Alle 17 dovrebbe scadere l’ultimatum che il governo ha concesso ai minatori per arrendersi, ma poi non accade nulla. Conosciamo un ragazzo spagnolo che ci presta 20 soles (ca. 6 euro) quando viene a sapere che vogliamo raggiungere Camanà per prelevare denaro. Passiamo il pomeriggio a parlare ora con questo ora con quello. Le notizie che giungono sono differenti, si parla anche di un uomo di 70 anni morto di infarto perché i manifestanti non gli hanno concesso di passare il blocco per recarsi in ospedale. Si dice che a causa di questo l’esercito interverrà e forse per questa notte potremmo ripartire. Ci dicono che nel pueblo c’è un bancomat dove si può prelevare e allora con 1 soles a testa ci facciamo portare in paese. L’agente di sicurezza della banca però ci dice che si può prelevare direttamente allo sportello (non c’è il bancomat) solo se si è in possesso della carta del Banco National. Che fregatura!!! Ce ne torniamo al bus mangiando 2 bananine comprate per 1 soles.
Decidiamo che se entro domani mattina la situazione non si dovesse smuovere partiremo comunque a piedi con 2 ragazzi argentini per varcare il blocco e proseguire verso Ica: loro ci presteranno i soldi per il taxi. Intanto dobbiamo solo sperare che non scoppi la rivolta. L’anno scorso in una manifestazione simile quando la polizia è intervenuta sono morte 26 persone e per tutti noi è quindi molto pericoloso. Tutti gli autobus della compagnia Cruz del Sol ricevono l’ordine di tornare a Camanà e sostare in un’area più sicura, non possiamo rimanere qui questa notte, il rischio di sommossa è troppo alto. Quindi alle 20 il bus si muove dopo 2 giorni di fermo. Andiamo a dormire in un parcheggio poco lontano da Camanà, dove troviamo tutti gli autobus della compagnia in viaggio in questi giorni.




10 maggio 2012
Quando mi sveglio alle 6.15 il mio unico pensiero è di andarmene da qua! Non potrei sopportare un’altra notte su questo bus, un’altra giornata girovagando per la strada, un altro giorno a mangiare crackers e banane! Ci accordiamo con Javier e Ximena per andarcene. Ritorneremo ad Arequipa da dove, se possibile, troveremo un volo per Lima. Non facciamo nemmeno colazione, ci raduniamo, prendiamo le nostre valigie e con il primo collectivo raggiungiamo Camanà. Da lì con un altro collectivo (12 soles a testa = 3,50 euro) in poco più di un’ora arriviamo a Pedregales dove c’è uno dei 4 blocchi. Lo superiamo a piedi, saranno circa 200-300 metri. I minatori ci prendono in giro con frasi del tipo “Il medico dice che camminare fa bene”. Una volta superato il blocco i ragazzi contrattano per un altro collectivo per Arequipa. Inizialmente pattuiamo 10 soles a testa (= ca. 3 euro) ma l’autista, siccome non riempie il mezzo e quindi non ci guadagna abbastanza, dopo un paio di chilometri ci “consiglia” di scendere e prendere il bus perché più economico. Ci arrabbiamo tutti in quanto avrebbe dovuto dircelo prima! Sta solo cercando di fregarci! Alla fine barattiamo 80 soles (= 23 euro ca.) al posto di 70 per tutti e 7. Anche l’autista del collectivo precedente si era approfittato della situazione volendo 13 soles per persona quando il suo collega ne chiedeva solo 10. Il patto era che se fosse partito subito senza aspettare che si riempisse gli avremmo dato quanto chiesto. Così non ha fatto e i ragazzi lo hanno minacciato dicendogli che se non fosse partito subito ce ne saremmo andati tutti e avrebbe perso quindi tutto l’incasso. Alla fine barattano 12 soles e aspettiamo solo ancora 10 minuti: tutto questo per farvi capire quanto se ne sono approfittati per la situazione di disagio nella quale ci trovavamo.
Una volta giunti ad Arequipa ci facciamo portare alla stazione dei bus dove Davide e la sua ragazza prenderanno un pulmann per Cuzco. Li salutiamo e ringraziamo restituendogli i 20 soles che ci avevano. Insieme a Javer e Ximena prendiamo un taxi (14 soles = 4 euro ca.) che ci porta in aeroporto. Loro avevano già un volo prenotato per la sera stessa tramite le proprie famiglie via internet. Noi chiediamo prima alla compagnia Star Peru che vuole 220 USD per il volo di domani sera mentre la compagnia Lan chiede 208 USD per il volo di domani alle 12.35. Ovviamente optiamo per il secondo e paghiamo in soles. Tenete conto però che solitamente un volo di questo genere costa sui 50 USD!! Ci congediamo dai ragazzi, gli restituiamo i 60 soles che chi avevano. Ci hanno proprio salvato stavolta! Che ci serva di lezione partire con così pochi contanti in tasca!
In seguito andiamo all’info point per farci prenotare un hotel non molto lontano dall’aeroporto. Con un taxi lo raggiungiamo (15 soles). L’ostello si chiama Reflejo, si trova nella via principale di Arequipa (Av. Eserjito) che porta al centro città e costa 35 soles a notte (10 euro ca.). Ovviamente non ci aspettiamo nulla di eclatante. Posiamo le valige e andiamo subito al Centro Commerciale Real Plaza, poco distante dall’hotel, per mangiare qualcosa. C’è un McDonald ma a causa dei blocchi sulla Panamericana è sprovvisto di pane per gli hamburger. Lo sciopero ha fatto molti danni! Optiamo per una pizza alla catena Presto. Un giretto per il centro commerciale, una scappata all’internet point e poi subito in camera che con il calar del sole questa non sembra essere una gran bella zona…



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sabato 5 maggio 2012

Trekking al Canyon del Colca

La sveglia suona alle 3 del mattino. Dopo mezz’ora siamo già sul minibus che, insieme ad una ventina di altri turisti, ci porterà al Canyon del Colca. La prima tappa è a Chivay dove ci fermiamo per colazione per poi proseguire al Cruz del Condor. Qui è pieno di turisti col naso all’insù nella speranza di avvistare qualche condor. Siamo fortunati ne vediamo 5, tutti insieme volteggiare nel cielo.
Pochi chilometri oltre ha inizio il nostro trekking. Non siamo ben attrezzati e ben presto ne pago le conseguenze: zaino troppo pesante che mi duole le spalle, scarponcini non proprio di qualità che mi fanno venire le prime vesciche. Oggi percorriamo 8 km quasi tutti in discesa: molto faticoso. Arriviamo al primo camp site, il Colca Garden, intorno alle 14. Pranziamo e poi ci rilassiamo per il resto del pomeriggio. Il nostro alloggio per stanotte sarà una capanna con tetto in paglia e una finestra senza vetri: immagino che si morirà di freddo. Per il resto è pace eterna, tranquillità assoluta, si sente solo il fiume Colca che scorre e qualche gallo che canta in ritardo.
Ceniamo alle 18.30 a lume di candela perché qui non c’è elettricità e già verso le 20 siamo a letto. In realtà non fa molto freddo ed inoltre le coperte sono talmente pesanti che combattono contro ogni bassa temperatura. 

La Cruz del Condor e un condor in volo
Il primo alloggio e uno scorcio del percorso

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6 maggio 2012
La sveglia è alle 7.30 ma io sono già vigile da un paio di ore a causa del mio mal di stomaco. Con calma verso le 9 riprendiamo il nostro cammino, senza dimenticarci di salutare mama Josefina. Oggi percorriamo 6 km quasi tutti in pianura ad eccezione di una faticosa salita di 35 minuti e una faticosa discesa di più di 1 ora. Ci fermiamo al villaggio di Malata, dove visitiamo il piccolo museo. Una volta completata la visita, ci riposiamo a bere qualcosa al tavolo con il proprietario di nome Modesto (ma sicuramente non di fatto ) che ci chiede una mancia per la visita. Quando Emily e Micheal gli lasciano 2 soles, lui li rifiuta sgarbatamente dicendo loro che 1 soles a persona non è sufficiente per la visita del museo. I ragazzi rimangono visibilmente delusi, io mi arrabbio e alla fine nessuno gli lascia qualcosa: ben gli sta!
Con un’altra ora di cammino arriviamo al lodge dove dormiremo questa notte. Hanno davvero investito tutto nella piscina in giardino dato il degrado delle capanne che sono veramente in pessime condizioni e piene di polvere, i bagni senza sciacquone e poco puliti…
Pranziamo alle 15.30, un po’ tardi ma prima ci rilassiamo nella piscinetta. Dopo pranzo i ragazzi si imbattono in una partita a calcio contro altri turisti e peruviani. La squadra di Sebastiano, Benedict e Serjo vince 4 match e 1 birra a testa che consumiamo tutti insieme prima di cena. Ci dedichiamo anche a qualche salsa e bachata. Serjo vorrebbe ballare con me un reggeton o una bachata ma Sebastiano non mi concede a lui. Ceniamo con dei pessimi spaghetti inzuppati in una specie di salsa al pomodoro. Dopo cena subito a letto, domani sveglia alle 4.45. Sarà una mattinata terribile, almeno per me!

Un tratto del trekking del secondo giorno
La piccola piscina del lodge dove abbiamo soggiornato il secondo giorno



7 maggio 2012
Alle 5.15 iniziamo la salita di 4 km. Normalmente la si percorre in 3 ore, noi ce ne mettiamo 3 e 45 minuti, Benedict e Sara poco meno di 3.30, Micheal ed Emily 2.45! Per fortuna durante la maggior parte del percorso non c’è il sole, siamo partiti che era ancora buio e quindi siamo in ombra. È stato faticosissimo ma ce l’abbiamo fatta senza prendere il mulo (60 soles = 18 euro ca.) come hanno fatto tanti altri.
Una volta raggiunto il picco camminiamo a piedi fino al villaggio di Cabanaconde, dove facciamo colazione. Dopodiché partiamo per il ritorno fermandoci in vari punti di medio interesse: il villaggio di Maca dove c’è una bella chiesa, il Mirador de los Andes, il punto più alto di tutto il tour 4910 m, vari punti panoramici per scattare foto e Chivay dove pranziamo in un ristorante turistico (Urynomay o qualcosa del genere) per 25 soles + bibite a parte.
Alle 18 siamo di ritorno ad Arequipa, salutiamo i ragazzi, lasciamo una lauta mancia a Serjo (20 soles a persona), ritorniamo al nostro hotel dove abbiamo lasciato le valige. Contrattiamo il prezzo per l’affitto di una camera per un paio d’ore, giusto il tempo di farci una doccia. La ricezionista vuole 30 soles, io ne propongo 25 (= 7,5 euro ca.) e lei accetta. Dopo la doccia con un taxi (7 soles = 2 euro ca.) raggiungiamo il Terrapuerto, dove ha sede la compagnia Cruz del Sur, che in circa 10 ore di viaggio ci porterà a Nazca, ma questa è un’altra lunga storia….

La chiesa di Maca
Paesaggio a 4910 m


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giovedì 3 maggio 2012

Arequipa, la città bianca

Partiamo da Puno alle 9 e con 6 ore di bus arriviamo ad Arequipa, caotica città a 2350 metri. È detta anche Ciudad Blanca, per i suoi edifici coloniali costruiti con la bianca pietra vulcanica tipica della zona, detta sillar, che riverbera la luce del sole. La città di Arequipa infatti sorge in una fertile vallata ai piedi del vulcano El Misti.
Con un taxi (7 soles = 2 euro ca.) raggiungiamo Plaza de Armas, da dove iniziamo la ricerca di un hotel. Poco dopo troviamo l’hostal Sumay Wasi in calle San Francisco. Costerrebbe 70 soles = 20 euro ca. ma contrattando un po’ riesco a farmi fare uno sconto per più giorni: 50 soles (= 15 euro ca.) senza colazione o 60 soles (= 18 euro ca.) con. Siccome vorremmo fare il trekking di 3 giorni faremo un giorno con colazione e uno senza.
Lasciamo rapidamente le valigie in camera e facciamo un primo giro in zona per renderci conto di cosa offre la città. Entriamo in un paio di agenzie di viaggio per confrontare i vari prezzi e le opzioni dei trekking. Per cena mangiamo nel ristorante attiguo all’hotel, il Bistrot Colibrì: voto 6. Una passeggiata nel tentativo (fallito) di trovare un locale dove si possa ballare la salsa, due scatti in notturna alla Cattedrale in Plaza de Armas, un’arequipeña (birra peruviana) in un chiassoso pub e poi a letto.


2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
Cattedrale di Arequipa



4 maggio 2012
Il Convento di Catalina (Caterina da Siena) è aperto al pubblico dal 1970. L’ingresso costa 35 soles = 10,50 euro ca. e se si desidera si può noleggiare la guida parlante italiano al costo di 20 soles (consigliata, noi ne eravamo talmente entusiasti che abbiamo lasciato altri 10 soles di mancia). Questo museo è uno degli edifici più interessanti del Perù perché si tratta di un complesso religioso di 20.000 mq, una vera e propria città nella città. La guida spiega molto bene il percorso che s’intraprendeva quando si decideva per la vita di clausura: le novizie entravano in convento quando avevano 12 anni circa e vivevano in totale clausura fino a quando diventavano suore all'età di 18 anni. Provenivano da famiglie ricche che donavano al convento circa 2400 soles. Le suore potevano avere da 1 a 5 serve che vivevano con loro in convento, cucinavano e pulivano per loro. Dopo il Concilio Vaticano II si era stabilito che le serve potessero decidere se rimanere nel convento e prendere i voti o uscire dal convento ed essere libere. Ovviamente quasi tutte sceglievano di rimanere perché la vita in convento era sicuramente migliore di quella che avrebbero avuto al di fuori di lì. Con la riforma inoltre cessava la clausura, le suore mangiavano insieme e facevano vita comunitaria. Era peccato farsi ritrarre ancora in vita, per questo la maggior parte dei dipinti che si incontrano nel convento rappresentano suore con gli occhi chiusi. Eccezion fatta per una suora morta a 33 anni e ritrovata solo dopo alcuni giorni ancora con gli occhi aperti, in rigor mortis quindi non le si potevano più chiudere gli occhi. Altra eccezione fatta per un ritratto fatto alla madre badessa ancora in vita, ma lei era la “capa” e poteva fare quello che voleva.
Dedichiamo alla visita 1 ora con la guida e 1 ora da soli assaporando l’atmosfera mistica e perdendoci tra le strette calle (6 in totale). Sul finire della visita mi si rompe l’obiettivo della reflex e incontriamo Caroline e Sasha (ve le ricordate? Le nostre compagne di casa ad Amantani) e ci diamo appuntamento per le 13.30 per mangiare insieme. Pranziamo in un locale sito nella viuzza pedonale dietro la Cattedrale. Voto 6-. La compagnia è buona ma sono già le 15, ci congediamo dalle ragazze e andiamo in agenzia a prenotare il trekking di 3 giorni.  135 soles = 40 euro ca. tutto incluso (colazioni, pranzi, cene, alloggi, guida e trasporti) per 3 giorni e 2 notti.



2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
Convento di Santa Catalina, Arequipa.

Ci rimane ancora del tempo e andiamo al Museo Santuary dove si trova la mummia di Juanita, la principessa del ghiaccio. L’ingresso costa 20 soles, non si possono portare telecamere o apparecchi fotografici all’interno, fa molto freddo ed è buio per meglio conservare i reperti ritrovati, quindi portatevi una maglia. Non è possibile visitare il museo in autonomia quindi la visita è sempre e comunque guidata, alla fine puoi decidere se lasciare una mancia alla guida. Parlano quasi tutte le lingue. Il tour inizia con un filmato di 20 minuti circa che ricostruisce la storia di Juanita e del suo sacrificio: quando un nobile si ammalava, c’era un’epidemia, un terremoto o una qualsiasi catastrofe naturale gli inca credevano che gli dei si stessero arrabbiando con essi, così donavano loro in sacrificio i bambini più belli e intelligenti. Juanita fu una di essi. Le sue spoglie congelate sacrificate più di 500 anni fa furono ritrovate sulla vetta del Nevado Ampato. Oltre a lei furono rinvenuti i resti di altri bambini sulla ma non nello stesso luogo. La visita è interessante e lasciamo 20 soles di mancia alla nostra guida. Considerate che Juanita non è visibile da gennaio ad aprile ed al posto suo è esposta un’altra mummia.
Usciamo e andiamo a far spesa per domani, dobbiamo comprare soprattutto acqua. Una breve passeggiata per le vie affollate di Arequipa e ci ritroviamo per caso nella piazzetta del Convento di Santa Teresa dove 3 peruviani si improvvisano artisti di strada. Siamo gli unici stranieri e di conseguenza veniamo subito presi di mira per battute a noi sconosciute sugli italiani. Stanchi di farci prendere in giro da una popolazione che non consideriamo certo migliore della nostra e comunque non divertiti dal loro “talento artistico” ce ne andiamo. Sebastiano si ferma a mangiare al Ristorante El Turko 1 vicinissimo al nostro hotel. Dice che è buono.



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martedì 1 maggio 2012

Amantani e Taquile, isole incontaminate del Lago Titicaca

Dalle isole Uros occorrono 3 ore di navigazione per raggiungere l'isola di Amantani. Al porto veniamo affidati alla nostra "famiglia". Maria, 33 anni portati male, sarà la nostra "mama" per questa permanenza. Ci accoglie nella sua casa situata a 200 metri in salita partendo dal porto. La casa è grande, composta da 3 camere da letto per gli ospiti dislocate su diversi piani, la cucina e il bagno esterno, tutto al centro di un piccolo cortile. Insieme a noi, mama Maria ospita altre due ragazze, una sudafricana ed una francese. Ci viene data una camera matrimoniale, essenziale, pulita ed accogliente. Non c'è elettricità né riscaldamento, solo una candela e la nostra pila. Consumiamo il pranzo nella cucina invasa dalle galline. Le due figlie di mama Maria giocano nel piccolo cortile esterno. Il pranzo consiste in una squisita zuppa di quinoa con contorno di patate (in Perù ne esistono almeno 100 tipi diverse), di cui una dolce a forma di carota detta "oca", verdura e formaggio cotto. 
L'attività principale è appunto la coltivazione di patate, quinoa e trigo (un cereale usato anche per produrre la birra). La verdura e la frutta sono comprate al mercato quando, una volta a settimana, la gente si reca a Puno o a Juliaca.
Nel pomeriggio ci incontriamo con la nostra guida in piazza, dove a seguito di un breve briefing, affrontiamo la faticosa salita al tempio di Pachapata, Padre Terra. Dopo un'ora di faticosissima salita raggiungiamo il tempio, ormai il sole è tramontato. Il sito è sempre chiuso al pubblico tranne che il 21 gennaio, festa popolare. Sul lato opposto della collina c'è anche il tempio di Pachamama, Madre Terra, che per ovvi motivi di tempo non riusciamo a visitare. Quando torniamo in piazza è già buio pesto, mama Maria non ci ha aspettato per il ritorno a casa quindi ci incamminiamo da soli nel buio. Ceniamo con zuppa di spaghetti scotti, riso e pollo misto a verdure. Dopocena le bimbe vogliono giocare a palla con me, mentre mama Maria va a prenderci i costumi tradizionali che dovremmo indossare per la festa locale di stasera. Mi sento davvero ridicola abbigliata in questo modo ma sono in buona compagnia: tutti i turisti sono vestiti così. Quando arriviamo all'enorme locale dove si svolge la festa è già tardi, le danze si stanno spegnendo e la gente si sta ritirando a casa a dormire. 

2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Isola di Amantani.
La nostra stanza a casa di mama Maria
Mama Maria
Pronti per la festa!

Amantani è abitata da circa 4000 abitanti suddivisi in 10 comunità. Ognuna di esse ha la propria scuola primaria, mentre di quella secondaria ne esiste solo una che si trova in piazza. Gli insegnanti arrivano da Puno o Juliaca, rimangono qui tutta la settimana per far rientro a casa loro solo durante il week end. Insegnano spagnolo (lingua ufficiale del Perù) e per questo motivo i bambini già a 7-8 anni parlano questa lingua molto bene, anche se in famiglia si continua a parlare il "quechua". Quando ci si ammala con un semplice gioco di foglie di coca si decide se farsi curare dal medico o dal curandero. Spiego il metodo di cura di messo in atto da quest'ultimo: si prende un cuy (porcellino d'India), lo si poggia sul petto del paziente, si attende un'ora in modo tale che tutto il dolore del malato passi all'animale. Dopodiché si ammazza il cuy, lo si apre, lo si esamina e si diagnostica il tipo di malattia di cui soffriva il paziente. Se il paziente non guarisce già con la prima sessione di cura si riprova ma statisticamente alla terza volta il malato è guarito. Sono perfettamente a conoscenza che questo metodo possa essere, oltre che ortodosso e barbarico, anche molto approssimativo, ma sappiate che qui tutta la gente preferisce curarsi con questa prassi.

2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Isola di Amantani.
2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Isola di Amantani.

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2 maggio 2012

Per colazione prendo solo un poco di the, non sto ancora molto bene. Raccogliamo i nostri zaini e ci dirigiamo verso il porto. Salutiamo mama Maria e il suo sposo Martin (che sembra avere almeno 50 anni e pochi denti).
Alle 8 salpiamo in direzione isola di Taquile, raggiungibile in poco più di un'ora di traghetto. Un sentiero a varie pendenze ci porta alla piazza principale (calcolate almeno 1 ora con un passo tranquillo). Il paesaggio che si gode dal sentiero è magnifico. A Taquile non ci sono strade, non ci sono auto ne mototaxi, non ci sono cani. É di una tranquillità impressionante. Non esiste nemmeno la polizia, non ce n'è bisogno, non ci sono furti ne episodi di criminalità. Le 2000 anime che popolano il luogo sono racchiuse in 6 comunità che si aiutano e sostengono fra loro.
Ci raduniamo in un ristorante dove, prima di pranzo, la nostra guida Javier ci spiega alcune nozioni interessanti sulla popolazione e sulla storia di Taquile.
Tra il 1917 e il 1928 l'isola era usata come prigione. Il turismo è iniziato solo intorno agli anni '70, anche se i turisti non erano i benvenuti perché la gente del luogo li aveva scambiati per spagnoli e aveva paura di loro. Quando la popolazione capì che i turisti non erano pericolosi, cominciarono ad accoglierli.
La popolazione di questa isola non paga le tasse al governo ma le paga direttamente alla comunità che utilizza i fondi per migliorare le strutture pubbliche, le case, i sentieri ecc... Solo tra il 2001 e il 2008 è stata costruita la strada panoramica che porta alla piazza: prima di essa si dovevano salire 540 scalini sul lato opposto dell'isola (noi li faremo in discesa per tornare al porto). Prima dello sviluppo del turismo, e quindi dell'utilizzo dei battelli, raggiungere l'isola era impresa ardua e faticosa: servivano quasi 2 giorni di barca a vela.
Al contrario di tutte le altre popolazioni, in quella di Taquile è l'uomo che produce gli oggetti di lana fatti a mano, le donne invece creano solo l'anello nuziale che consiste in una cintura colorata.
Gli uomini indossano tre tipi di cappello in base al loro status: quello per i single, quello per gli uomini sposati e quello per le autorità. Il single mette il pon pon del cappello a sinistra quando è in cerca solo di un'avventura di una notte oppure a destra quando cerca moglie. Le donne devono risponder a questo atteggiamento subito (e quando dico subito intendo subito non tra un mese o una settimana) mettendo il loro pon pon a destra o a sinistra a seconda della scelta che fanno. Le donne sposate hanno la gonna di colore nero o comunque scuro, le altre le portano di colori chiari o brillanti.

Pranziamo con trota a la plancha, patate e riso, tutto ottimo e per soli 20 soles = 6 euro ca. al Restaurante Comunal, l'unico sull'isola. Gestito a turno dalle famiglie della comunità, ha un modo di operare davvero efficiente. Se chi gestisce il locale in quel periodo sbaglia, alza o aumenta i prezzi o fa il furbo saltando la rotazione del turno delle famiglie, allora la comunità impone la sospensione dell'attività agli stessi locatori per almeno 3 mesi.

2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati. Isola di Taquile.
2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
Il sentiero che porta alla piazza di Taquile.
2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati.
Il sentiero che porta alla piazza di Taquile.
  
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Titicaca: il lago navigabile più alto al mondo

Situate solo a 5 km a est di Puno, queste isole galleggianti davvero uniche al mondo, sono la principale attrattiva turistica del Lago Titicaca.
Raggiungere le isole è facile, i battelli partono dal porto di Puno ogni ora dalle 6 alle 16. Le imbarcazioni che vanno alle isole di Taquile e Amantani spesso fermano anche alle Uros.
Salpiamo per le Uros alle 8.30 circa e in poco più di mezz'ora siamo su una delle tante isolette. Ci accoglie Marcos, capovillaggio, che ci mostra con un esempio pratico in miniatura, come sono state costruite queste isole. Con le totora, canne galleggianti che crescono in abbondanza nelle acque poco profonde del lago, si costruiscono case, barche e oggetti di artigianato. Le isole sono formate da molti strati di totora che necessitano di una continua manutenzione: affinché il terreno risulti sempre morbido ed elastico, gli strati più superficiali vengono costantemente ricoperti di canne nuove, compensando così la perdita di quelli più profondi che marciscono progressivamente.
La totora è in parte commestibile, il suo gusto è simile quello del cuore di palma. 
Le isole, a parer mio, sono eccessivamente sfruttate a scopo turistico, il che le rende poco "reali". La popolazione residente è comunque restia nei confronti dei turisti e non ama essere fotografata. Chiedete loro sempre il permesso.
Con 10 soles = 3 euro ca. a testa saliamo sulla tipica imbarcazione e ci facciamo portare all'isola principale, la più grande tra le galleggianti delle Uros, dove oltre ad un bar e un ristorante, troviamo anche una chiesa.

Isole Uros sul Lago Titicaca.
2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati
Donne in abiti tradizionali delle isole Uros sul Lago Titicaca.
2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati
Tipica imbarcazione dell Isole Uros sul Lago Titicaca.
2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati
2012 © Giovanna Puccia. Tutti i diritti riservati


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