mercoledì 9 maggio 2012

Disavventura sulla Panamericana

Al Terrapuerto di Arequipa prima di imbarcarvi dovrete pagare una tassa di 2 soles = 0,60 euro a persona per l’uso del terminal.
Con poco ritardo partiamo per Nazca. Appena prima di partire un addetto passa con la telecamera a riprendere i passeggeri per questioni di sicurezza. Subito dopo la partenza passa l’hostess per spiegare l’uso dell’equipaggiamento e per assicurarsi che tutti abbiano allacciato la cintura di sicurezza. Un video spiega il servizio offerto dalla compagnia che però non è perfettamente conforme ai fatti: in primo luogo non ci sono 2 autisti che si danno il cambio ogni 4 ore ma bensì solo uno; 2°: l’hostess durante i tre giorni di sciopero è stata praticamente assente e, quando si riusciva a trovarla, forniva informazioni e risposte del tutto insufficienti. 3°: sul lato sinistro del bus nei primi posti, manca il video, in questo modo chi siede lì (in questo caso proprio io!) è costretto a vedere in controluce il monitor del vicino che ovviamente non si vede bene. 4°: il video spiega che per legge il conducente non può superare i 90 km/h ma come si poteva ben vedere dal contachilometri presente sotto il video, oltrepassava di gran lunga la velocità consentita. Guidava come un pazzo anche in curva e siccome quando superava il limite il campanello suonava, ho passato tutta la notte a sentirlo trillare!!


Fermi in mezzo al nulla
Parte dell'infinita colonna di tir e bus

8 maggio 2012
Verso le 2 o le 3 del mattino il bus si ferma e da lì non si muoverà più per i prossimi 3 giorni. Alle 5 di mattina i primi manifestanti iniziano a battere contro il nostro pullman e a svegliare i passeggeri. Ben presto ci rendiamo conto che è in corso una manifestazione che durerà per ben 7 giorni. In mezzo alla strada i manifestanti posizionano massi giganti e piccoli sassi per impedire l’accesso ai mezzi. Solo verso le 8 arriva la polizia in tenuta antisommossa che avanza verso il blocco. Sul bus inizia a mancare l’aria, tutti vogliono uscire. Fuori colonne di auto, pulmann e camion davanti e dietro di noi. Riusciamo a carpire qualche informazione quà e là: siamo sulla Panamericana a circa 4 ore di distanza da Nazca. Praticamente per oggi abbiamo perso ogni possibilità di sorvolare le linee. In attesa che la situazione si sistemi passeggiamo tra le colonne di mezzi. Passano le ore ma la situazione sembra non smuoversi. Chiedo all’autista in quanto tempo in genere si riesce a ripartire ma la sua risposta mi raggela: questa notte o forse anche domani!! Non ci posso credere siamo sequestrati in questo paese (Ocona) in mezzo al nulla e per di più ci sono rimasti solo 20 soles (= ca 6 euro) per mangiare in due. I ragazzi inglesi con noi sul bus iniziano a bere birra già dal primo pomeriggio, per loro è una cosa da poco la manifestazione, così in serata sono ubriachi fradici. Danno spettacolo con poco, i peruviani si radunano ai margini della strada ad osservarli divertiti. Alcuni li fotografano pure… I minatori combattono contro le grandi compagnie che speculano su di loro volendogli dimezzare ulteriormente la già misera paga. Mi rendo conto che qui la gente è abituata a queste manifestazioni perché appena sorge il sole si moltiplicano i venditori improvvisati di qualsiasi genere alimentare. Aprono il baule delle loro auto e tirano fuori piatti pronti di pasta o riso con pollo.
Alle 18.30 il bus chiude le porte. Alcuni scendono al piano di sotto per dormire qui perché ovviamente è più comodo e meno rumoroso. Tra questi c’è una ragazza russa con la quale discuto perché insiste nel tenere aperta la porta che però mi ostacola i movimenti delle gambe. Insomma le è stato concesso di stare qui senza nemmeno aver pagato il supplemento di prima classe e rompe pure le palle!!! Meglio che mi calmi altrimenti la meno… Di notte c’è puzza, qualcuno utilizza il bagno dove è proibito defecare, rendendolo così inutilizzabile per altri giorni che verranno.

I minatori di Ocona


9 maggio 2012
Alle 6.15 ci svegliamo. Siamo bloccati qui da più di 28 ore. Alcuni prendono le proprie valigie e passano i campi per raggiungere l’altro lato del blocco. A sapere che la manifestazione si fosse protesa per così tanti giorni ce ne saremmo andati anche noi… Ci dicono infatti che il blocco potrebbe durare anche 1 settimana (e così sarà)!!! Ci consigliano di tornare ad Arequipa a da lì, se ce ne fosse ancora qualcuno, di prendere il primo volo per Lima. Decidiamo di aspettare ancora un giorno. Abbiamo solo pochi soles quindi cerchiamo di mangiare e bere poco. Con 2 soles compriamo un pacco di crackers e con altri 3 soles una bottiglia d’acqua da 2,5 litri. Sarà il nostro pranzo e la nostra cena. La polizia va e viene ma in sostanza non fa niente. Alle 17 dovrebbe scadere l’ultimatum che il governo ha concesso ai minatori per arrendersi, ma poi non accade nulla. Conosciamo un ragazzo spagnolo che ci presta 20 soles (ca. 6 euro) quando viene a sapere che vogliamo raggiungere Camanà per prelevare denaro. Passiamo il pomeriggio a parlare ora con questo ora con quello. Le notizie che giungono sono differenti, si parla anche di un uomo di 70 anni morto di infarto perché i manifestanti non gli hanno concesso di passare il blocco per recarsi in ospedale. Si dice che a causa di questo l’esercito interverrà e forse per questa notte potremmo ripartire. Ci dicono che nel pueblo c’è un bancomat dove si può prelevare e allora con 1 soles a testa ci facciamo portare in paese. L’agente di sicurezza della banca però ci dice che si può prelevare direttamente allo sportello (non c’è il bancomat) solo se si è in possesso della carta del Banco National. Che fregatura!!! Ce ne torniamo al bus mangiando 2 bananine comprate per 1 soles.
Decidiamo che se entro domani mattina la situazione non si dovesse smuovere partiremo comunque a piedi con 2 ragazzi argentini per varcare il blocco e proseguire verso Ica: loro ci presteranno i soldi per il taxi. Intanto dobbiamo solo sperare che non scoppi la rivolta. L’anno scorso in una manifestazione simile quando la polizia è intervenuta sono morte 26 persone e per tutti noi è quindi molto pericoloso. Tutti gli autobus della compagnia Cruz del Sol ricevono l’ordine di tornare a Camanà e sostare in un’area più sicura, non possiamo rimanere qui questa notte, il rischio di sommossa è troppo alto. Quindi alle 20 il bus si muove dopo 2 giorni di fermo. Andiamo a dormire in un parcheggio poco lontano da Camanà, dove troviamo tutti gli autobus della compagnia in viaggio in questi giorni.




10 maggio 2012
Quando mi sveglio alle 6.15 il mio unico pensiero è di andarmene da qua! Non potrei sopportare un’altra notte su questo bus, un’altra giornata girovagando per la strada, un altro giorno a mangiare crackers e banane! Ci accordiamo con Javier e Ximena per andarcene. Ritorneremo ad Arequipa da dove, se possibile, troveremo un volo per Lima. Non facciamo nemmeno colazione, ci raduniamo, prendiamo le nostre valigie e con il primo collectivo raggiungiamo Camanà. Da lì con un altro collectivo (12 soles a testa = 3,50 euro) in poco più di un’ora arriviamo a Pedregales dove c’è uno dei 4 blocchi. Lo superiamo a piedi, saranno circa 200-300 metri. I minatori ci prendono in giro con frasi del tipo “Il medico dice che camminare fa bene”. Una volta superato il blocco i ragazzi contrattano per un altro collectivo per Arequipa. Inizialmente pattuiamo 10 soles a testa (= ca. 3 euro) ma l’autista, siccome non riempie il mezzo e quindi non ci guadagna abbastanza, dopo un paio di chilometri ci “consiglia” di scendere e prendere il bus perché più economico. Ci arrabbiamo tutti in quanto avrebbe dovuto dircelo prima! Sta solo cercando di fregarci! Alla fine barattiamo 80 soles (= 23 euro ca.) al posto di 70 per tutti e 7. Anche l’autista del collectivo precedente si era approfittato della situazione volendo 13 soles per persona quando il suo collega ne chiedeva solo 10. Il patto era che se fosse partito subito senza aspettare che si riempisse gli avremmo dato quanto chiesto. Così non ha fatto e i ragazzi lo hanno minacciato dicendogli che se non fosse partito subito ce ne saremmo andati tutti e avrebbe perso quindi tutto l’incasso. Alla fine barattano 12 soles e aspettiamo solo ancora 10 minuti: tutto questo per farvi capire quanto se ne sono approfittati per la situazione di disagio nella quale ci trovavamo.
Una volta giunti ad Arequipa ci facciamo portare alla stazione dei bus dove Davide e la sua ragazza prenderanno un pulmann per Cuzco. Li salutiamo e ringraziamo restituendogli i 20 soles che ci avevano. Insieme a Javer e Ximena prendiamo un taxi (14 soles = 4 euro ca.) che ci porta in aeroporto. Loro avevano già un volo prenotato per la sera stessa tramite le proprie famiglie via internet. Noi chiediamo prima alla compagnia Star Peru che vuole 220 USD per il volo di domani sera mentre la compagnia Lan chiede 208 USD per il volo di domani alle 12.35. Ovviamente optiamo per il secondo e paghiamo in soles. Tenete conto però che solitamente un volo di questo genere costa sui 50 USD!! Ci congediamo dai ragazzi, gli restituiamo i 60 soles che chi avevano. Ci hanno proprio salvato stavolta! Che ci serva di lezione partire con così pochi contanti in tasca!
In seguito andiamo all’info point per farci prenotare un hotel non molto lontano dall’aeroporto. Con un taxi lo raggiungiamo (15 soles). L’ostello si chiama Reflejo, si trova nella via principale di Arequipa (Av. Eserjito) che porta al centro città e costa 35 soles a notte (10 euro ca.). Ovviamente non ci aspettiamo nulla di eclatante. Posiamo le valige e andiamo subito al Centro Commerciale Real Plaza, poco distante dall’hotel, per mangiare qualcosa. C’è un McDonald ma a causa dei blocchi sulla Panamericana è sprovvisto di pane per gli hamburger. Lo sciopero ha fatto molti danni! Optiamo per una pizza alla catena Presto. Un giretto per il centro commerciale, una scappata all’internet point e poi subito in camera che con il calar del sole questa non sembra essere una gran bella zona…



 Continua a leggere...il racconto di viaggio prosegue nel prossimo post!!

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